Alla guida mi sono divertito un mondo… Volante leggerissimo, macchina leggerissima (erano più o meno 700 kg), con ruotine da 135, consumi da diesel. Ci ho fatto di tutto con quella Pandina: più di 4000 km in una estate, sterrati, autostrade, mulattiere, strade innevate, sono passato indenne in mezzo ad acquazzoni, nubifragi, estati a 40 gradi e inverni a -15. Le ha passate tutte, è stata parcheggiata in strada per 15 anni, come salivo si metteva in moto senza esitazione, con fierezza, anche rispetto a macchine più blasonate e moderne di lei. Sapeva che aveva un’arma come l’affidabilità, infatti il motore Fire (declinato in diverse cilindrate) era sinonimo di grande affidabilità, di costruzione semplice, essenziale, con manutenzione minima, era la sua carta vincente. Molte volte le cose semplici sono le migliori, nulla di superfluo anche nel motore. Penso che come impianto elettrico ci fossero due fili collegati e nulla più! Se se spegnava qualcosa cambiavi il fusibile e tutto tornava come prima, molte volte era così. Nelle macchine moderne con tutte queste centraline devi interpellare un ingegnere elettronico, tu non ci puoi mettere le mani, ma con la Panda, qualsiasi meccanico ci capiva qualcosa. Questa era la semplicità costruttiva. Era un moderno low cost, in pratica.
Certo, con 45 cv non si pretende nulla, andava bene, i 140 km/h li prendevo ancora, nonostante avesse sulle spalle più di 185000 km quando l’ho data dentro per comprare la Grande Punto. Il cambio era duretto ma le marce le prendeva bene, non era un fulmine di guerra ma era un mulo infaticabile, non veloce ma costante. Le ridotte dimensioni mi permettevano di sgusciare nel traffico agevolmente, di parcheggiare praticamente ovunque, e di levarmi qualche piccola soddisfazione negli scatti ai semafori con macchinoni con cinque volte i miei cavalli. Per i primi metri agevolato dal peso piuma, ero sempre davanti a loro, poi “mi mangiavano” e sparivano davanti a me. Ma questo era solo una inezia rispetto alle reali soddisfazioni di guida.
Naturalmente la Panda era nulla in fatto di sicurezza, non aveva la benché minima protezione in caso di incidente, si sarebbe aperta come una lattina, con me dentro. E non era bello. Ma erano altri tempi, e questo aspetto forse non era della massima priorità.
La tenuta di strada era un po’ precaria, visto anche le gommine da 135 che tenevano poco e la spalla alta, ma di certo con la Panda non ti mettevi certo a correre, non era proprio il caso. I freni me li ricordo tutto sommato buoni, facevano il loro “sporco lavoro”, anche agevolati dal ridotto peso della macchina. La ripresa era quella che era, molto reattiva alla partenza ma poi si addormentava sul lungo, visto le marce corte e i ridotti cavalli. Direi un ottimo compromesso.