Avendo effettuato un semplice out-in dell’Isam posso solo esprimere le sensazioni che questa Rs mi ha trasmesso: innanzitutto, ho apprezzato la corsa della frizione ridotta, gli innesti del cambio secchi con una leva dall’escursione ridotta, l’ottimo carico del volante che mi è parso preciso e molto comunicativo; superbo l’impianto frenante, potente e pronto con un pedale dal giusto carico: ho avuto l’impressione che bastasse schiacciarlo poco per avere forti decelerazioni; oltre la prontezza ha rivelato anche un’ottima modulabilità.
- Il comparto, senz’altro, più riuscito è il motore che si segnala per un corposo ingresso del turbo a bassi regimi il che garantisce un bel tiro in basso ed un allungo gratificante fino alla zona rossa del contagiri. Per questa ragione l’istruttore mi ha fatto percorrere alcune curve dell’Isam, anche strette, in terza marcia, in modo da sfruttare la grande coppia in basso del Tce.
- Tuttavia, non poteva essere altrimenti, è nelle sapienti mani del pilota/istruttore che durante l’hot lap, la Trophy ha svelato le sue vere qualità: grande motricità in uscita di curva grazie al differenziale meccanico e ad un’elettronica, in modalità sport, poco invasiva, una discreta agilità nelle esse strette e ravvicinate che costellavano il circuito, una tenuta di strada mostruosa garantita dalla gommatura generosa e da un assetto molto rigido. A colpirmi maggiormente è stata, però, la straordinaria reattività del posteriore che è emersa nel lungo curvone finale che il pilota, armeggiando col volante, ha percorso provocando volutamente degli evidenti, coreografici e, soprattutto, efficaci sovrasterzi, gestiti con apparente semplicità.