33 1.3S

Pubblicato il 6 luglio 2012

Listino prezzi Alfa Romeo 33 non disponibile

Qualità prezzo
4
Dotazione
2
Posizione di guida
3
Cruscotto
2
Visibilità
3
Confort
2
Motore
5
Ripresa
4
Cambio
3
Frenata
1
Sterzo
4
Tenuta strada
4
Media:
3.0833333333333
Perché l'ho comprata o provata
Ispirato dalla splendida prova della 124 coupè mi è venuta voglia di ricordare assieme a voi l’auto che guidavo a 18 anni. Ho iniziato a guidare a 14 anni sulle strade di campagna dietro casa, con la gtv, la mini, la mini 90 ma non avendo al patente all’epoca le mie uniche considerazioni erano su quanto sgommava e quanto derapava con il freno a mano. Con l’alfa 33 1.3s del 1984 di mia mamma arrivò pure la patente e quindi fu la prima vettura che potei guidare su strada e farci qualche decina di migliaia di km. Grigio argento, copri cerchi argento come in foto (non è la mia purtroppo, non ho nemmeno uno scatto con lei). Volante in legno e autoradio estraibile erano gli unici optional. Niente clima, niente vetri elettrici, non aveva neppure il terzo specchietto a destra, niente abs, niente controllo della trazione, niente iniezione elettronica, leggera come una piuma poteva contare sul suo frizzante boxer da 1351 cc per 79 cavalli veri per meno di una tonnellata di peso. Tutto quello che poteva essere fatto con quest’auto io l’ho fatto, compreso un quasi frontale con una fiat 500 risoltosi con ben 1 milione di danni. Con l’occasione sostituimmo le frecce arancioni con quelle bianche della serie successiva. I fascioni scuri all'epoca erano già fuorimoda ma erano indubbiamente comodi nei posteggi evitando righe e bozzi da portierate.
Gli interni
Chiusa la leggerissima portiera (le barre antintrusione erano sconosciute all’epoca) si rimaneva sorpresi di trovare il blocchetto di accensione a sinistra, come sulle Porsche. Anche il tappo del serbatoio era sulla sinistra e bisognava ricordarsene al momento del rifornimento. La chiave era duretta da girare e con l’impugnatura molto piccola e abbastanza dura da girare, mia mamma infatti l’accendeva con la mano destra facendo delle assurde contorsioni al volante. Il cruscotto era semplicissimo ma completo per l’epoca, contakm, serbatoio, temperatura acqua e contagiri. I comandi per la climatizzazione con il ventilatore a ben due velocità erano a cursori. L’auto aveva due bocchettoni ai lati e tre al centro, ma anche con la massima velocità del ventilatore, l’unico modo di avere aria fresca era lasciare aperta una sola bocchetta e alternarsi davanti ad essa per prendere un po’ di refrigerio. Fortunatamente le manovelle per i vetri posteriori erano raggiungibili senza grossi contorsionismi anche dal posto di guida e d’estate era obbligatorio girare con tutti i vetri giù. Sotto i bocchettoni al centro della plancia c’era spazio per i pulsanti per eventuali optional, la mia non avendone aveva solo i tasti per l’accensione dei retronebbia e l’hazard. Ricordo che i sedili erano soffici e molleggiati, non ricordo il rivestimento precisamente, era comunque nella variante scura. La solita moquette dozzinale ricopriva il pavimento e le tasche delle portiere erano decisamente scricchiolanti. Una mensola era ricavata a destra e a sinistra del volante e davanti al passeggero, era molto inclinata ed era comoda per le varie scartoffie che si portavano in giro all’epoca. Robustissimo ma troppo sottile e scivoloso il volante, con la corona in radica di legno vero e razze in spesso ferro. La posizione di guida era piuttosto disassata verso il centro, i pedali erano tutti piccoli, rispetto a quelli di oggi, ma andava bene così. La visibilità posteriore era scarsa ma la lunghezza non eccessiva, era lunga poco più di 4 metri non la rendeva un problema. I posti dietro erano comodi ma c’era poco spazio per le gambe, nei viaggi lunghi, se sedevo davanti per gentilezza guidavo a ridosso del volante, che per fortuna era regolabile in altezza consentendoti un minimo di gioco sullo spazio disponibile. Il quadro strumenti era fissato con l’albero dello sterzo, quando alzavi o abbassavi il volante si abbassava tutto il quadro strumenti. Il bagagliaio anche se paragonato a quelli di oggi non era malvagio, ma all’epoca eravamo tutti meno snob e non ci si dannava l’anima a farsi 800 km con le valige sulle ginocchia senza aria condizionata. L’accesso al bagagliaio avveniva tramite un ampio portellone. L’autoradio venne upgradata almeno un paio di volte, l’ultima aveva addirittura l’autoreverse, le casse di serie facevano pena e ricordo che erano piene di spugna, le sostituii io stesso con altre che seppur erano state acquistate in un grande magazzino diedero ottimi risultati.
Alla guida
Non c’erano catalizzatori, egr o altro, e l’erogazione era davvero sportiva. Il boxer con il suo tipico rombo era riconoscibile tra tutte le altre auto e invogliava ad accelerare di più. Il rumore dell’aspirazione era ben percepibile e vedere il motore (a cofano aperto) che in accelerazione si inclinava sui suoi supporti faceva subito capire che di grinta ce ne era tanta. Di tachimetro sfiorava i 180 ma dava il meglio di se in accelerazione dove aveva una buona propensione a girare e tirare anche in alto pur essendo solo un due valvole. L’auto era sottosterzante in ingresso di curva ma una volta presa la mano era divertentissimo generare dei sovrasterzi in uscita facendola prima pendolare. Dove non c’era l’inerzia per generare il pendolo ci pensava il freno a mano. La gommatura dell’epoca era esigua, mi pare avesse le 165 su ma bastavano e avanzavano per avere la giusta aderenza anche sotto la pioggia. Usata tranquillamente e senza fare i cretini, rimaneva ben salda a terra. Il cambio non era eccezionale spesso di impuntava ed aveva innesti rumorosi. Lo sterzo era duro ma preciso, non mi sembra fosse servoassistito. Pessimi i tergicristalli, a volte si bloccavano e così anche le frecce. Su quest’auto imparai abbastanza presto a maneggiare relais, fusibili e a fare le manutenzioni meccaniche. Se ricordo bene i consumi si attestavano sui 10 km al litro, la percorrenza era però diversa, di giorno la usava mia mamma che a stento sapeva di avere la V marcia, di sera la strapazzavo io a più non posso. Con un pieno facevamo comunque circa 500 km. Il motore era realmente affidabile, l’auto venne venduta con oltre 180mila km che ancora andava benissimo. Le uniche operazioni che richiedeva erano le carburazioni che effettuavamo ad ogni cambio stagione. Il nostro carburatorista inoltre aveva apportato modifiche all’aspirazione prolungando il manicotto della presa d’aria facendola raccogliere dall’esterno e non dal vano motore e lavorando i condotti. Alla piccola manutenzione ordinaria provvedevo direttamente io in garage, olio, filtri e candele. I freni posteriori erano ancora a tamburo e vennero fatti solo una volta e anche le pastiglie duravano molto più di oggi. A livello di frenata però c’erano evidenti problemi, soprattutto ad alta velocità lo spazio richiesto era lunghissimo e le ruote tendevano a bloccarsi subito. Altra nota dolente erano gli interni che avevano pessime finiture e scricchiolavano a più non posso. L’impianto di scarico invece si marciva, nel terminale, prima dei 100 mila km, non so se per i materiali scarsi o per le ridondanze del boxer.
La comprerei o ricomprerei?
Quando è stata venduta ho lasciato un pezzo di cuore, non dimenticherò mai il suo motore e quello che ho vissuto con lei. Non la ricomprerei oggi perché clima, abs e sicurezza attiva e passiva ormai sono dei must e non vi saprei rinunciare, ma un paio di ore di guida le farei volentieri, anche pagando.
Alfa Romeo 33 1.3 S
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I VOTI DEGLI UTENTI
5
4
4
1
3
VOTO MEDIO
3,4
3.411765
17


Aggiungi un commento
Ritratto di panda07
25 luglio 2012 - 14:43
1
l'auto è ottima! ciao
Ritratto di MatteFonta92
25 luglio 2012 - 16:53
3
Ottima prova, complimenti! E ottima anche l'auto! Anch'io vorrei guidare un'auto con un motore boxer... dev'essere un'esperienza unica!
Ritratto di cagnolino
27 luglio 2012 - 10:32
prova ben scritta e auto eccellente ;)
Ritratto di miskom
31 luglio 2012 - 18:50
non ne fanno più di auto così, trappole mortali ma divertentimento puro...
Ritratto di giuseppemorgy
23 settembre 2012 - 16:30
ho posseduto una 33 seconda serie 1.3 del 1993 gia catalizzata,tenevo dietro auto 1.4,1.6 e anche qualche 1.8 dell epoca, un vero mito a 4 ruote,per non parlare della 1.7 16v da me mai guidata ma posso immaginare se con la mia arrivavo a 200 di strumento (effettivi 180) e scattava da paura (10.9 da quattroruote dell epoca),comunque ho portato anche una 1.5 quadrifoglio oro prima serie del 1984 di un amico da 95 hp a carburatori e abbiamo distrutto in accellerazione auto come calibra 2.0 8 valvole del 1992 da 116 hp e bmw serie 3 1.8 da 105 hp del 1986,sempre di nostri amici,la 33 rimarra per sempre un mito.anche incollata alla strada,come sui binari.e a differnza da quello che si puo credere non consumava neanche tanto per il favorevole rapporto peso/potenza.per conclude darei qualche stella in piu alla posizione di guida (bassa e sportiva) e al cruscotto all epoca unico ed originale.ciao
Ritratto di 5amuel
24 settembre 2012 - 12:29
sono un po' in disaccordo, il posteriore era troppo leggero ed il solo fatto di avere o meno il serbatoio pieno rendeva l'auto completamente diversa. Guidando in riserva o fino a 1/4 nelle curve allegre il posteriore perdeva grip con troppa facilità. Vero è che erano altri tempi ed i pneumatici non erano quelli di oggi.
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