Primo contatto: Subito le sensazioni di guida sono quelle di un’auto di categoria superiore, la macchina si fa “sentire” pronta ed affidabile sotto tutti i punti di vista, il grande cruscotto e l’ampio parabrezza danno l’idea di essere a bordo di un’ammiraglia, ed anche l’abitabilità conferma la nostra sensazione.
Alla guida: la Grande Punto si fa apprezzare per la sua stabilità soprattutto nelle curve veloci in cui la massa non indifferente collabora alla solidità del mezzo con la strada e per il suo confort di guida.
Il motore, un turbodiesel di soli 1248 cm3, eroga un spinta vigorosa superata la soglia dei 2000 giri/min, al di sotto di tale regime infatti risulta pigro e con poco brio, tanto da dover costringere a scalare marcia nel caso di sorpassi o strade in salita. Ed ecco toccata l’unica nota dolente di questo propulsore, il fastidioso vuoto di potenza che presenta al di sotto del regime di coppia massima con la successiva reazione violenta del turbo superati i 2000 giri.
Fortunatamente durante la guida ci viene in aiuto il maneggevole cambio a 6 marce che rende le scalate veloci e precise, rendendo piacevole l’utilizzo più frequente del cambio di marcia.
Continuando il giro non posso non prestare attenzione al consumo di carburante: il computer di bordo indica un consumo medio di 15,5 km/l; un dato inquietante se si pensa ai 21,3 Km/l promessi dalla casa torinese per questa vettura. Attribuisco la colpa di tale differenza al fatto che la mia grande punto ha all’attivo soltanto 1000 km, pochi per aspettarsi i valori di consumo dichiarati.
Il DPF: la versione provata è dotata dell’ormai indispensabile filtro anti-particolato (DPF) che, se da un lato permette di circolare anche con i blocchi del traffico che la maggior parte delle città adotta nel periodo invernale, dall’altro crea una serie di complicazioni soprattutto nell’uso prettamente cittadino della macchina.
Il dispositivo infatti è più soggetto all’intasamento durante l’utilizzo dell’auto nei percorsi urbani (dove il motore lavora in maniera non regolare) e, come se non bastasse, è proprio durante questo utilizzo che non riesce a eliminare il particolato che ha “intrappolato” al suo interno. L’eliminazione del particolato da parte del filtro è detta RIGENERAZIONE e consiste, in poche parole, nel bruciare le particelle accumulatesi nel dispositivo portando il dispositivo stesso ad una temperatura di circa 600°.
E’ facilmente intuibile che nei percorsi urbani molto difficilmente i gas di scarico, che hanno il compito di scaldare il filtro, raggiungono tale temperatura e come conseguenza a ciò abbiamo un intasamento sempre più marcato del filtro fino al punto di dover portare l’auto in officina per effettuare una rigenerazione cosiddetta “forzata”.