In una parola: simpatici. Ho sempre guidato auto dagli interni piuttosto razionali, di gusto abbastanza classico, mi hanno fatto una buona impressione. Il tema dello “squircle” rende l’ambiente giocoso, a gusto di bambino e l’abbinamento cromatico nero-azzurro (come la carrozzeria) ha accentuato questa sensazione. La posizione di guida è comoda, con un sedile ben conformato e con fianchetti sufficientemente pronunciati per garantire il corretto contenimento in curva. Ho trovato un po’ meno piacevole il poggiatesta che, per quanto originale, dà l’impressione di appoggiare la nuca sul polistirolo. I rivestimenti dei sedili presentano un motivo allegro stampato su un tessuto tecnico molto valido, quello che ci si aspetta da un’auto moderna.
Il volante all’inizio mi ha lasciato un po’ perplesso per via della forma squadrata ma si è rivelato comodo. Il quadro strumenti riporta tutte le informazioni necessarie, informa anche sulla temperatura dell’acqua (fenomeno abbastanza raro sulle citycar). I due quadranti mi piacciono tantissimo per via della grafica sbarazzina e perché mi ricordano quello della Panda prima serie su cui salivo da bambino (una “ruggente” Panda 30 cl del 1984). Gli altri comandi sono tutti a portata di mano: dall’alto abbiamo l’autoradio integrata che offre un discreto sound, appena sotto i comandi degli accessori e delle luci supplementari con quello dell’Hazard al centro, molto ben visibile. Scendendo ancora si trovano i comandi del clima manuale che riprendono la pratica disposizione del modello precedente. La finitura laccata ne impreziosisce l’aspetto e rimarca che ci troviamo a bordo di una vettura moderna ma personalmente non mi entusiasma: causa riflessi ed è abbastanza sporchevole (le ditate si notano tantissimo!). La consolle alta ospita la leva del cambio, vicina e facile da impugnare. Davanti al passeggero si posiziona il famoso tascone, ripreso della nonna del 1980, senza però eguagliarne l’utilità: quello della prima serie era innanzitutto più ampio e rivestito con tessuto che attutiva i rumori degli oggetti inseriti ed evitava che ondeggiassero a destra e a manca. Il cassettino con sportello ricavato sotto non permette di stivare granché.
L’accesso al divano posteriore è molto agevole grazie all’ampia apertura delle porte. Il sedile è piatto e il tunnel centrale poco ingombrante favoriscono l’omologazione a cinque posti, anche se devo ammettere che un eventuale terzo passeggero dietro non sarebbe molto comodo. Lo spazio è più che sufficiente per un’auto così corta anche se mi aspettavo qualcosa in più, in particolare in altezza. Non ho avuto modo di passare in rassegna ogni angolo dell’abitacolo quindi non mi sbilancerò in considerazioni dettagliate; ritengo che l’impressione generale sia più che buona, dà l’idea di qualcosa di ben fatto che coniuga originalità e razionalità. Sicuramente ci sarà qualche svista all’italiana sparsa in giro ma di sicuro è ben nascosta.