La citycar per eccellenza (e da molti anni l'auto più acquistata dagli italiani) è invecchiata bene; del resto, è stata sottoposta a continui aggiornamenti, che hanno riguardato anche il nome: dopo l’arrivo della Grande Panda, invece di Panda è diventata Pandina. La Fiat Pandina ha una linea da piccola multispazio, con volumi squadrati e profili tondeggianti che le danno un aspetto “muscoloso”, simpatico e ancor oggi moderno. Tre le versioni: la spartana Pop (ma comunque con il "clima" manuale e i sensori di parcheggio posteriori), la Icon e la Cross, ben più cara ma molto meglio equipaggiata e con un look da "fuoristrada", con ampie protezioni nere a contornare la parte bassa della carrozzeria. I motivi quadrangolari stondati contraddistinguono gli elementi dell’abitacolo; riuscito il cruscotto digitale di 7", configurabile, e comoda la posizione di guida, rialzata e con leva del cambio alta e a comoda portata di mano. Il bagagliaio è di facile accesso, ma la capienza è piuttosto limitata, anche per una citycar. E il divano è in un solo pezzo reclinabile.
Niente male lo spazio a bordo, adeguato per quattro adulti (ma optional per la Icon, o di serie per la Cross, c'è l'omologazione per cinque). Nata per la città, dove trae vantaggio dalla compattezza della carrozzeria, dalla buona visibilità e dallo sterzo leggero da azionare, la Fiat Pandina è abbastanza a suo agio anche nei percorsi extraurbani, dove si apprezzano il comfort e il comportamento sicuro e gradevole; l'auto è stabile e rolla poco in curva. L'economo 1.0 ibrido "leggero" a tre cilindri ha un'accettabile vivacità, ma solo a patto di "tirare" le marce. La versione Cross ha le stesse caratteristiche estetiche della Panda 4x4 (non più prodotta), ma la trazione resta solo anteriore.






















































































































