Tra le quattro crossover da me provate quel giorno, la Peugeot 2008 è senza dubbio quella dall’abitacolo più curato ed elegante. Appena saliti a bordo, infatti, si percepisce immediatamente la grande qualità dei materiali usati: il piccolo volante è rivestito in morbida pelle, così come i sedili e il comando del freno a mano, ed è piacevolissimo (oltre che comodo) da impugnare; la plancia è rivestita in plastica morbida con un motivo che simula la fibra di carbonio, mentre un po’ ovunque nell’abitacolo (sulle porte, sul cambio, sul volante, ecc.) sono presenti degli inserti in finto alluminio molto piacevoli da vedere, ma che hanno un piccolo effetto collaterale: dato che sono comunque in metallo, si scaldano molto facilmente se si lascia l’auto parcheggiata per diverso tempo sotto il sole estivo, tanto che quando ho impugnato per la prima volta il pomello del cambio ho istintivamente ritratto la mano, perché era rovente! E se tanto mi dà tanto, immagino che d’inverno si verifichi il problema opposto, se si lascia l’auto parcheggiata fuori al freddo… insomma, il classico esempio di una cosa molto “scenografica” ma che in termini di praticità non è il massimo.
La zona del cruscotto (così come quella della consolle centrale) ha un rivestimento nero laccato molto piacevole ed elegante, ma che in estate contribuisce non poco a “surriscaldare” l’atmosfera a bordo. In questi casi la migliore cosa da fare è affidarsi all’efficiente climatizzatore automatico bizona; non è facile però individuarne al primo colpo i comandi sulla consolle, perché sono tutti piuttosto piccoli e simili tra di loro. Beninteso, non è nulla di impossibile, bisogna semplicemente farci l’abitudine. Lo stesso dicasi per la curiosa disposizione del quadro strumenti, posizionato in alto ma parzialmente coperto dalla corona del volante. Qui si va a gusti, può piacere oppure no; per quanto mi riguarda non mi sono trovato male, anche se effettivamente per vedere bene il cruscotto il volante va abbassato di qualche centimetro, e i più alti rischiano di ritrovarselo tra le ginocchia. Rispetto alla “cugina” 208, comunque, trovo che questo difetto sia stato in parte ridotto. Il tachimetro e il contagiri hanno un design direi quasi “tagliente”, con i numeri piuttosto piccoli e sottili, ma comunque leggibili. Più classica (anzi, forse pure troppo) la grafica del computer di bordo. Per quanto riguarda l’abitabilità, è ok per chi viaggia davanti, mentre i passeggeri del divanetto posteriore hanno a disposizione uno spazio più limitato (specialmente in tre).