Sei piccole crossover che non costano un occhio

Abbastanza spazioso (al pari del baule), l’abitacolo della Dacia Duster è rifinito con la semplicità che ci si attende da un’auto low-cost, ma non si può certo dire che sia poco curato. E nella guida? La versione a Gpl con la sola trazione anteriore da noi provata (qui per saperne di più) non delude in accelerazione e consuma poco, dimostrando anche, nonostante un rollio abbastanza avvertibile, una certa agilità tra le curve. Chi va spesso in montagna o percorre abitualmente tratti di strada a scarsa aderenza può valutare la versione 4x4: solo diesel, nel fuori strada non se la cava affatto male e riesce a superare anche passaggi impegnativi. Difetti? L’insonorizzazione non è delle migliori e il cambio non brilla alla voce “manovrabilità”. Prezzi da 17.750 euro.

Rispetto alla cinese Chery Tiggo 3x da cui deriva, la DR 3.0 cambia per la mascherina e poco altro. Le linee tese hanno un che di sportivo, ma sono un po’ massicce, tant’è che le tutt’altro che piccole ruote di 17 pollici appaiono un po’ “striminzite”. Il cruscotto è sempre a lancette, ma più classico e rapido nella consultazione. Realizzato con materiali economici, lo spazioso abitacolo guadagna un tocco di grinta grazie alla fascia centrale in simil-fibra di carbonio che orna la plancia. Così in basso, il display centrale di 9” non è comodissimo da raggiungere, e il sistema multimediale, che non prevede la lingua italiana per le indicazioni, include solo Apple CarPlay (per Android Auto, comunque, c’è la funzione mirroring, che replica pari pari le schermate dello smartphone).

Discretamente ampio, il baule della DR 3.0 non è tra i suoi punti di forza. Il vano ha una forma piuttosto irregolare e pur reclinandolo, lo schienale del divano rimane molto "in piedi". Inclusi nel prezzo ci sono i retrovisori sbrinabili, la telecamera di retromarcia e il tetto apribile elettricamente; mancano, però, la regolazione in profondità del volante e qualsiasi genere di aiuto elettronico alla guida. Appena sufficiente, la dotazione di airbag prevede solo i due cuscini frontali. L’unico motore disponibile è un 1.5 a benzina da 106 CV (c’è anche bifuel a Gpl ed è consigliato, considerati i consumi piuttosto alti): non sono pochi, ma la spinta ai bassi giri non è un granché e la manovrabilità del cambio è quella che è. Prezzi da 18.900 euro.

Costruita in Cina (il glorioso marchio britannico nato nel 1922, infatti, dal 2007 è di proprietà della cinese SAIC Motor) e disponibile sia a benzina sia elettrica, la MG ZS è una crossover compatta dalle linee classiche e sobrie. Come nella DR 3.0, però, le alte fiancate fanno apparire un po’ piccole le ruote, che sono di 16 o 17 pollici a seconda della versione. Discretamente rifinito, l’abitacolo non manca di spazio (come pure il vano bagagli) ed è lineare nello stile: il cruscotto ha gli strumenti a lancetta e il display centrale "touch”, che può avere una diagonale fino a 10,1”, ha anche il navigatore; per il "clima" automatico bizona, poi, ci sono pratici comandi tradizionali.

Con il 1.0 turbo a benzina da 111 CV, complice anche il cambio dai rapporti lunghi, la MG ZS non è un fulmine in ripresa, ma guidandola abbiamo apprezzato la spinta regolare e la silenziosità del motore ai bassi giri (leggi qui la nostra prova). Se la scegliete elettrica, il consiglio, soprattutto se avete intenzione di fare dei viaggetti, è di prenderla con la “pila” da 70 kWh: è più rapida nella ricarica rispetto a quella da 50,3 kWh e la casa promette 440 km di autonomia. Per tutte le versioni la garanzia è di 7 anni o 150.000 km: in caso di guasti o difetti di fabbrica, si sta tranquilli a lungo. Prezzi da 17.340 euro.

Crossover compatta basata sull’utilitaria i20, con la quale condivide addirittura la plancia e gli sportelli anteriori, la Hyundai Bayon ha forme originali e un abitacolo spazioso e gradevole nell’aspetto. Le plastiche interne, però, sono rigide, e le bocchette del “clima” non hanno la regolazione separata per la portata dell’aria. Per contro, si apprezzano i poggiagomiti imbottiti nei pannelli delle porte davanti e pure la dotazione, soprattutto quanto a sistemi di sicurezza (scegliendo il pacchetto a pagamento Safety & Tech si ha persino il sistema anticollisione nelle svolte agli incroci, oltre al parcheggio semiautomatico) e impianto multimediale (lo stesso pacchetto prevede uno uno schermo di 10,3 anziché di 8 pollici e include pure il navigatore).

Nel nostro test (qui per saperne di più), la Hyundai Bayon ha mostrato buone doti di agilità e tenuta di strada, con il 1.0 a tre cilindri turbo mild hybrid da 100 CV fluido e vivace nella spinta e poco assetato. Volendo, c’è pure un 1.2 a quattro cilindri (la meno potente versione a Gpl, che ha 82 CV anziché 84, è l'unica adatta ai neopatentati): è meno brillante in accelerazione, ma ha un baule un po’ più capiente rispetto all’ibrida leggera. Prezzi da 20.850 euro.

Vivace e giovanile nel look, la Kia Sonic è una piccola crossover che poggia sulla meccanica dell’utilitaria Rio. Meno alta rispetto a molte concorrenti (tocca i 152 cm solo tendendo conto delle barre sul tetto), è comunque spaziosa: solo chi supera i 185 cm può desiderare qualche centimetro in più sopra la testa. Il largo abitacolo accoglie comodamente anche quattro adulti, e di spazio ce n’è abbastanza anche nel baule, che ha un pianale regolabile su due diverse altezze, ma non è molto pratico per via della soglia di carico piuttosto alta e dell’assenza del divano scorrevole (presente in alcune rivali). Scenografico il display dell'impianto multimediale a sbalzo al centro della plancia e ben studiata la disposizione dei comandi. 

Per ciò che concerna la guida, nella nostra prova della Kia Sonic (qui per saperne di più) abbiamo riscontrato una certa rigidezza delle sospensioni: il comfort ne risente un po’, specie sull’asfalto sconnesso, ma la rapidità d’inserimento in curva e il rollio contenuto danno soddisfazione agli amanti della guida sportiva. Come la “cugina” Hyundai Bayon con cui è imparentata, c’è con il 1.2 (proposto pure a Gpl) e con il ben più brillante tre cilindri 1.0 turbo ibrido leggero, con 100 CV e il cambio manuale o 120 e il robotizzato a doppia frizione. Prezzi da 20.750 euro.

Rispetto all’utilitaria Ibiza di cui sfrutta la piattaforma, la Seat Arona è più alta di 10 cm e dista 3,8 cm in più da terra. Questa crossover compatta dalle forme spigolose e squadrate si distingue per l’aspetto moderno ed equilibrato, reso più grintoso da un aggiornamento estetico che nel 2021 ha aggiunto i fendinebbia tondi sotto la mascherina. Ma la “rinfrescata” al look di due anni fa ha riguardato pure la plancia, che ora ha un aspetto più moderno ed è rifinita con materiali che trasmettono un senso di maggior qualità.