Gli interni sono davvero scarni e spartani, ma l’abitacolo è molto luminoso e spazioso. Da notare veramente l’”ariosità” dell’interno, complice anche la grandezza dei finestrini e l’azzurrino della carrozzeria. La plancia è molto economica e in pratica consiste in un solo gran cassettone rivestito di tessuto(blu e verde rigato nel caso della Fire) morbido davvero resistente e poco sporchevole, non chiuso, né illuminato né refrigerato(come probabilmente già saprete, visto che il cassettone Panda è un pezzo di storia!) con incassato un pezzo di plastica nel quale trovano posto il cruscotto e il “resto della plancia”.
Il cruscotto di plastica, molto economica e robusta ma non troppo rigida è leggermente accentrato con lo scopo di lasciare un piccolo vano di fianco al volante, molto ben sfruttabile come l’altra parte del cassetto. Il volante è comodo e ben disegnato, ma un po’ plasticoso. Sotto di esso si trovano le luci e la chiave di accensione, non scomode e molto ben visibili. Il clacson è molto sensibile e basta anche solo toccarlo leggermente per far partire il suo fantastico “Tuiiiiit”; su di esso è incavata la scritta Fiat, che col tempo è andata via...
Il quadro strumenti, con scritte in bianco su sfondo nero ha un aspetto veramente economico, ma è chiaro e ben leggibile.
A fianco del contagiri \ tachimetro, nel cui centro si trova il conta chilometri, ci sono l’indicatore del serbatoio e una spia rossa, che non so che indica! All’estrema destra del quadro strumenti c’è un “disegno dell’auto”, che indica olio, gomme eccetera.
La plancia che ingloba il quadro strumenti è, come già detto, un pezzo di plastica, bruttino da vedere, economico, rigido e graffiabile facilmente, ma con grossi pulsanti, per tergicristalli, quattro frecce e “mini-clima”davvero comodi.
Certo, i colori sono sbiaditi, soprattutto il nella plancia e nei sedili, ma l’auto aveva più di vent’anni… I sedili sono comodi e ben formati, ma un po’ “magri” e piatti, con i poggiatesta in schifida plasticaccia economica. Il divano posteriore è davvero ampio e il rivestimento di tessuto come quello della plancia e dei sedili frontali, nonché del rivestimento-porte è molto gradevole, sia al tatto che alla vista. Ci si accede per mezzo di una comoda leva, leggera e resistente, molto anatomica, ma di plastica economica, situata su entrambi i lati.
Il sedile si sposta abbastanza da entrare agevolmente, e, visto che non ha grande possibilità di regolazione, il sedile non ha problemi di “tornare al posto”. Non è un’auto molto sporchevole, ma solo internamente, perché, come si nota in foto, il fango del vialetto sterrato lascia degli schizzi sull’azzurrino che sembrano quasi delle areografie da tuning. Dietro i sedili anteriori non ci sono tasconi, ma tutto ci sta nella plancia. Il rivestimento dell’auto è in lamiera molto bella e gradevole, e, nelle porte, spicca una parte di tessuto, di cui ho parlato precedentemente.
La Panda si è rivelata negli anni molto pratica e spaziosa, nonché versatile e molto utilizzabile. Tanto per cominciare il divano posteriore non ha paura di tre persone, che, anche senza poggiatesta, stanno comode. Il bagagliaio è grande per la misura dell’auto, con una grande bocca di carico e un piano regolare e, ribaltando i sedili, ci si carica anche un’abbondante lavatrice …
Al centro dei sedili si trovano il freno a mano e il cambio, discretamente comodi ma mollacciosi. La seduta di guida è comoda e i comandi occorrenti (visto che si parla di un’auto essenziale sotto tutti i punti di vista)non sono lontani. Anche la visibilità è buona grazie anche ai finestrini ampi, ma un solo specchietto non aiuta. Strana soluzione l’unico tergicristallo, che fa il suo lavoro egregiamente.