Crossover compatte: le magnifiche dodici

La Jeep Avenger è lunga 408 cm dunque è più corta delle rivali, ma questo facilita nei parcheggi. È disponibile con motore elettrico anteriore da 156 CV abbinato a una batteria agli ioni di litio da 54 kWh. Secondo la casa, offre 400 km di autonomia nel ciclo WLTP, che diventano 550 in città. La vettura accetta fino a 100 kW in corrente continua, sufficienti per ricaricare l’accumulatore dal 20 all’80% in 24 minuti. Invece, usando la corrente alternata di una wallbox o di una delle stazioni di  ricarica più diffuse, l’auto accetta fino a 11 kW: il “pieno” (da 0 al 100% di energia) si fa in cinque ore e mezza. La versione a benzina, a trazione anteriore, ha un 1.2 turbo a tre cilindri da 100 CV abbinato al cambio manuale. La Summit è la più ricca: cerchi di 18”, sedili riscaldabili, chiave elettronica e portellone motorizzato. La Altitude ha già il cruise control adattativo, il “clima” automatico (manuale nella Longitude) e il cruscotto digitale di 10,3”. Prezzi da 24.300 euro.

Giunta alla sua seconda generazione, la Renault Captur poggia sulla piattaforma CMF-B (la stessa della nuova Clio, condivisa anche con la "cugina" giapponese Nissan Juke). L’auto mantiene le forme equilibrate del modello precedente, con un bel tocco di grinta in più, grazie alla grande presa d’aria nel paraurti anteriore, alle inedite luci diurne a “C” e alle pronunciate nervature sul cofano. Moderno e più curato rispetto al passato tutto l’abitacolo, inclusa la plancia, disposta su due livelli e con la consolle rivolta verso il guidatore. Dentro lo spazio non manca: le poltrone sono ampie e ben profilate e il divano offre parecchio agio per le gambe di chi siede dietro. Notevole il baule, che grazie al divano scorrevole (una rarità, per la categoria) di 16 cm permette di sfruttare al meglio lo spazio. Alta, però, la soglia di carico, situata a 78 cm da terra. I motori sono il tre cilindri 1.0 turbo a benzina da 91 CV (c’è anche a Gpl, con 10 CV in più), il 1.3 ibrido leggero da 140 CV e le due ibride con il 1.6 aspirato: la "full" da 145 CV e la ricaricabile E-Tech Plug-in da 159 CV combinati. A partire da 22.250 euro.

La carrozzeria della Peugeot 2008, che ha forme scolpite e aggressive, poggia sull’architettura della 208. Se fuori non passa inosservata, questa baby suv dentro è ancora più originale: la plancia è piuttosto elaborata, con un profondo incavo davanti al passeggero e due elementi che sporgono: il cruscotto e il display, dal quale si gestiscono l’impianto multimediale e il climatizzatore. Tipicamente Peugeot la posizione di guida con il piccolo volante posto in basso: una soluzione originale, ma che permette di leggere bene la strumentazione solo se si sta abbastanza in avanti col sedile. Solo discreto, in rapporto agli ingombri esterni (è lunga 430 cm, più di tante rivali), il baule, che però ha un fondo regolabile su due posizioni. Entrambi vispi, i tre cilindri 1.2 turbo a benzina (102 o 131 CV) risultano un po’ “ruvidi” se chiamati agli straordinari. Sempre docile e silenzioso il 1.5 turbodiesel, mentre la e-2008, mossa da un motore a corrente da 136 CV, scatta con energia. Prezzi da 25.520 euro.

Basata sulla piattaforma dell’alleanza Renault-Nissan su cui poggiano, tra le altre, la Clio e la Captur, la Nissan Juke si distingue per il suo stile fuori dal comune. A dispetto di una forma tutt’altro che regolare, nella quale linee tese ed elaborate si mescolano a tante nervature, la carrozzeria racchiude un abitacolo abbastanza pratico e spazioso. Dentro, però, filtra poca luce: colpa dei finestrini posteriori e del lunotto, entrambi piccoli. La larghezza limitata del divano penalizza un po’ il comfort del quinto passeggero nei lunghi viaggi, ma la seduta è morbida anche per chi sta al centro. Ampio nelle 1.0 a benzina da 114 CV (un po’ meno nelle 1.6 ibride da 143 CV), il vano bagagli è ben sfruttabile in altezza (ma l’accesso non è dei più comodi). Moderna la plancia, con cinque bocchette tonde del "clima" e un alto tunnel a separare i due sedili. Classico e ben leggibile il cruscotto. Prezzi da 23.400 euro.

La Suzuki Vitara è disponibile in una interessante versione full hybrid che abbina il 1.5 aspirato a quattro cilindri da 102 CV, a un’unità elettrica da 33 CV (alimentata da una batteria al litio da 0,84 kWh a 140 V), per una potenza di 114 CV combinati. Nel listino affianca le 1.4 ibride leggere da 129 CV. Con la “pila” carica, che si rigenera in frenata, con la full hybrid, a velocità costante, si possono percorrere circa 4 km in elettrico. Come abbiamo rilevato nel nostro primo contatto, l’auto è rilassante e facile da guidare, ma per godere di un po’ di brio va scelta la modalità Sport; il cambio robotizzato è lento e si nota un leggero “buco” nei passaggi di marcia. La versione 4WD, con il collaudato sistema di trasmissione AllGrip e quattro modalità di guida è adatta anche al fuori strada. Disponibile solo nel ricco allestimento StarView, offre i fari full led, sette airbag, i cerchi in lega di 17” e tanti aiuti elettronici, tra i quali il cruise control adattativo con Stop&Go. Prezzi da 24.900 euro.

La Hyundai Bayon nasce sulla base meccanica della i20, rispetto alla quale è più lunga di 14 cm e più alta di cinque. Poco più corta della Kona, l’altra baby-crossover della casa sudcoreana, offre un abitacolo comodo (si apprezzano, per esempio, i poggiagomiti imbottiti nelle porte anteriori) e gradevole alla vista, al netto di plastiche che risultano un po’ troppo “croccanti” al tatto e della mancanza della regolazione separata per la portata delle bocchette del “clima”. La dotazione, soprattutto per quel che riguarda i sistemi di sicurezza e quelli multimediali, è buona. Lo è molto meno la visibilità posteriore, mentre convincono sia l’agilità sia la stabilità in curva. Tre i motori disponibili: un 1.2 a quattro cilindri aspirato da 84 CV (anche in versione a Gpl con 82 CV, l'unica guidabile dai neopatentati), in alternativa a un più vivace 1.0 turbo ibrido "leggero" con un pistone in meno, ma 16 CV in più. Prezzi da 20.850 euro.

La Toyota Yaris Cross è la declinazione a ruote alte della compatta da città della casa giapponese. Rispetto all’auto con cui condivide la piattaforma vanta una maggior presenza su strada, grazie a un muso alto e un aspetto più tonico e sfizioso. È anche più lunga di 24 cm e le protezioni in plastica scura danno al look un che di avventuroso. L’abitacolo ricalca nell’impostazione e nello stile quello dell’auto che le fa da base, con una plancia dalle linee morbide e la caratteristica consolle asimmetrica. Accattivante nella grafica, la strumentazione è ben leggibile. Ben realizzati pure i comandi del “clima” bizona. Offerta sia a trazione anteriore sia con le quattro ruote motrici (costa 2.500 euro in più), è mossa da un 1.5 tre cilindri a benzina accoppiato a un motore elettrico e a un motogeneratore per 116 CV complessivi. Nei giorni scorsi è stata presentata la versione dello stesso sistema ibrido ma con complessivi 130 CV. I prezzi partono da 28.050 euro.

Compatta dalle linee tese e muscolose, la Opel Mokka poggia sulla piattaforma delle più recenti piccole del gruppo Stellantis (inclusa la Corsa, rispetto alla quale è più alta di 8 centimetri). Ha un look fresco e moderno, con un cofano molto alto (disponibile anche di colore nero, a contrasto con la carrozzeria) e la caratteristica mascherina lucida completamente chiusa che questa crossover ha tramandato a diverse Opel di ultima generazione. Optional, i fari a matrice di led garantiscono un’ottima visibilità. Sportivo e ben rifinito l’abitacolo, dove nella plancia squadrata spicca la consolle centrale, orientata verso il guidatore. Avvolgenti, i sedili si regolano con precisione. Rispetto ad alcune concorrenti, dietro si sale con un po’ di difficoltà, e il bagagliaio non spicca per capacità. La guida, un po’ dura sullo sconnesso, è nel complesso piacevole e sempre sicura, sia con i 1.2 turbo a benzina da 101 o 131 CV sia con il 1.5 turbodiesel da 110 CV. C’è anche in versione elettrica: ha lo stesso motore della “cugina” francese Peugeot 2008. Prezzi da 25.700 euro.

Rispetto alla Polo, con la quale condivide la struttura e la meccanica a trazione anteriore, la Volkswagen T-Cross è più lunga di una manciata scarsa di centimetri. Ciò la rende un’auto a misura di città, con il beneficio di una guida più alta rispetto all’utilitaria da cui deriva. Compatta e squadrata, grazie alle ampie porte garantisce un facile accesso a bordo, dove in rapporto ai contenuti ingombri esterni c’è davvero tanto spazio. Il divano posteriore, scorrendo per ben 14 cm, rende il baule ben sfruttabile. La plancia, moderna e razionale, si può avere anche con la fascia centrale colorata. Le plastiche dure non sono gradevolissime al tatto, ma gli assemblaggi sono curati. Due i motori, entrambi a benzina: vispo il 1.0 turbo a 3 cilindri da 95 o 110 CV, esuberante il 4 cilindri 1.5 TSI da 150 CV. Il listino parte da 24.750 euro.

Rispetto all’Ibiza (dalla quale eredita la piattaforma), la Seat Arona è soprattutto più alta (di 10 cm) e dista 3,8 cm in più dal suolo. Le forme squadrate e spigolose le conferiscono un look moderno ed equilibrato. Inoltre, l’aggiornamento dell’estate 2021 ha reso il frontale più grintoso, grazie all’aggiunta dei fendinebbia tondi sotto la mascherina. La “rinfrescata” al look di due anni fa ha coinvolto anche la plancia, ora più al passo coi tempi nell’aspetto e rifinita con materiali di maggior qualità. Per il resto, l’abitacolo si conferma accogliente per quattro persone, mentre è un po’ sacrificata la seduta del quinto passeggero. Un neo è rappresentato dall’assenza delle maniglie di appiglio nel soffitto. Pratico il bagagliaio, che ha un fondo posizionabile su due livelli e una capienza da 400 a 1280 litri. I motori, tutti a benzina, sono gli stessi della “cugina” tedesca Volkswagen T-Cross: brillanti e silenziosi i 1.0 turbo a tre cilindri (disponibili anche a metano), molto “generoso” il 1.5 TSI da 150 CV. I prezzi partono da 20.600 euro.