Sosta selvaggia alle colonnine per auto elettriche

Vivere con l'auto
di Alessandro Ascione
Pubblicato 07 gennaio 2022

Nell’inchiesta apparsa sul numero di gennaio 2022 di alVolante (in edicola dal 10 dicembre 2021), abbiamo controllato le 547 aree di ricarica a Roma, Milano e Napoli: troppe quelle occupate abusivamente da altri veicoli.

> Nella foto qui sopra, la vettura a sinistra nella foto sta facendo “rifornimento” di corrente elettrica in città. È infatti collegata alla colonnina blu, nell’area di ricarica delimitata dalle strisce, che viene segnalata dal cartello specifico. Tutto in regola. L’automobile a benzina sulla destra è parcheggiata nello stallo per la ricarica di elettriche e ibride plug-in. Non ne ha diritto, neppure per un istante. Le forze dell’ordine possono multarla e chiamare il carro attrezzi per la rimozione forzata. La multa per divieto di sosta nello stallo di ricarica: 87 euro e rimozione dell’auto.

UN'INCHIESTA TRA NORD, CENTRO E SUD

QUANTI "ABUSIVI" - Se le elettriche avranno successo, sarà anche grazie a un’adeguata infrastruttura pubblica di ricarica. In Italia abbiamo circa 12.500 stazioni con 25.000 colonnine. Non molte. E, soprattutto, non distribuite in modo omogeneo. Ma c’è un secondo problema: spesso, gli stalli (cioè gli spazi riservati alle auto “a pila” perché possano rifornirsi) sono occupati. Da vetture a benzina o a gasolio, oppure da auto “alla spina” non collegate al punto di ricarica. Lo dimostra la nostra inchiesta, condotta a fine novembre in tre grandi città italiane. A Roma, gli stalli sono 377: li abbiamo controllati tutti, trovandovi un veicolo abusivo” nella metà dei casi. A Milano la situazione rilevata era addirittura peggiore (64 aree occupate illegalmente sulle 100 esistenti), mentre solo il 14% delle 70 colonnine di Napoli e provincia non poteva essere utilizzato.

CITTÀ COLONNINE OCCUPATE ABUSIVAMENTE
Roma 377 194
Milano 100 64
Napoli e prov. 70 10


LA REGOLA BASE È SEMPLICE - Una norma di recente introduzione punisce con 87 euro di multa e la rimozione forzata la vettura in sosta vietata negli stalli di ricarica. Nel 99% dei casi, la sanzione arriva a casa del proprietario: l’agente lascia sul parabrezza il “verbalino” di cortesia, cui seguirà la notifica. Per polizia locale e ausiliari del traffico, è facile individuare (e multare) le vetture a benzina o a gasolio. Discorso più complicato per le ricaricabili. Elettriche e ibride plug-in hanno diritto a un’ora-cuscinetto dalla fine del rifornimento; poi, anche per loro scatta il divieto di sosta (ma non di notte, tra le 23 e le 7, per le colonnine lente, che sono la grande maggioranza). Le forze dell’ordine dovrebbero leggere il display della colonnina per verificare se la vettura abbia completato la ricarica; e ripassare un’ora dopo per controllare se l’auto sia ancora lì. Complicato, vero?

MILANO

L’ASSALTO ALLA COLONNINA - Su 100 colonnine, ben 64 erano occupate abusivamente: percentuale non degna di una metropoli europea. Di quelle, 50 riguardavano automobili a benzina o a gasolio, mentre le restanti 14 erano in maggioranza (10) ibride plug-in; quattro le elettriche. Vetture, queste ultime, scollegate per ore e ore dalla stazione di rifornimento, a dimostrazione che quell’area viene utilizzata troppo spesso da automobilisti in cerca di un parcheggio. In compenso, sui parabrezza delle 64 auto da sanzionare, non abbiamo notato foglietti di preavviso per divieto di sosta. E di agenti di polizia locale in azione nei pressi degli stalli di ricarica, neppure l’ombra. Né, tantomeno, di ausiliari del traffico. Di sicuro, chi al volante di un’elettrica fosse stato in cerca di una colonnina, non avrebbe gradito…


> In via Manin, a pochi metri da piazza Cavour, due stalli occupati abusivamente per più di nove ore: da sinistra, una Jeep Compass ibrida blu e una Renault Twingo elettrica bianca. Scollegate dalla colonnina.


> Tripletta in piazzale Piola: l’Opel Crossland con motore termico davanti alla colonnina, più bici e scooter sul marciapede. Così, però, diventa una giungla…


> Una Fiat 500 fuori dalle strisce bianche e il camion in doppia fila rendono la colonnina inaccessibile.

ROMA

PIÙ VAI IN CENTRO, PEGGIO È - Sull’immenso territorio della capitale, sono state installate 377 colonnine. La metà delle quali con stallo abusivamente occupato durante la nostra indagine. Da chi? Otto volte su 10, si tratta di auto con motore termico; le altre erano vetture “alla spina” scollegate (di giorno, quindi illegali). Va forte anche il parcheggio irregolare degli scooter, diffusissimi a Roma. Nelle zone periferiche, il fenomeno della sosta selvaggia di qualunque veicolo negli stalli di ricarica è abbastanza marcato, ma raggiunge l’apice nelle aree centrali, toccando e anzi superando le vette milanesi. Nella Città Eterna, dove è più difficile trovare un parcheggio libero, sale la percentuale di vetture in sosta vietata nei pressi delle colonnine di ricarica. Come nel capoluogo lombardo, neanche all’ombra del Colosseo abbiamo scorto vetture multate, oppure agenti della polizia locale o ausiliari all’opera negli stalli per le elettriche.


> Via Boncompagni: da sinistra, due scooter e la Smart scollegata in sosta vietata. Per fortuna, il proprietario della Fiat Nuova 500 ha modo di ricaricare la sua auto.


> Una stazione di ricarica moderna, con quattro posti e segnaletica chiara. Ma soltanto la Mini verde sta ricaricando, visto che le due vetture bianche sono equipaggiate con motore termico.

NAPOLI

QUI LA SITUAZIONE MIGLIORE - Fino al 2019, a Napoli, i fornitori di energia elettrica hanno installato le colonnine per strada. Come a Milano e a Roma. Ma nel capoluogo campano non tutto è filato liscio: qui, più che in Lombardia e nel Lazio, erano frequenti i vandalismi e le occupazioni abusive. Così, cambio di strategia e installazione delle stazioni in aree private a uso pubblico, ossia ricavate nei garage, nei parcheggi dei supermercati e dei centri commerciali. È stata una scelta vincente: le 25 colonnine monitorate durante l’indagine erano in perfetto stato, e quasi sempre usate solo per la ricarica. Ecco perché abbiamo ampliato il raggio d’azione all’intera provincia di Napoli, controllando, naturalmente, anche le stazioni posizionate per strada. In tutto, 70 stalli con 10 occupazioni abusive: il 14%. Sempre da automobili a benzina o diesel.


> A Casoria (a nord di Napoli), in via Europa, un’auto a benzina occupa lo stallo. Inutilizzata una colonnina in piena efficienza.


> Ancora a Casoria, ma stavolta in via San Benedetto, uno scooterista ha pensato bene di crearsi il suo “stallo privato”. Possibile che non ci fosse posto nei dintorni?


> A Napoli, in via Jannelli, un’area di ricarica elettrica perfettamente funzionante è presa d’assalto da più auto termiche.

MA PERCHÉ I COMUNI NON DANNO LE MULTE?

Alzi la mano chi ha mai sentito di una contravvenzione per divieto di sosta in uno stallo elettrico. Ma perché i comuni non danno queste multe? Volendo azzardare un’ipotesi, la risposta potrebbe essere questa: grazie alle telecamere che funzionano in automatico in remoto (autovelox, occhi elettronici ai semafori e nelle ztl), gli enti locali incassano attorno a due miliardi di euro l’anno. Entrate sicure con procedure veloci, cui contribuiscono i verbali per divieti di sosta negli stalli blu.

Le cose si complicano per le aree di ricarica. Gli agenti dovrebbero sanzionare chi le occupa abusivamente. Non impossibile riconoscere le auto a motore termico: gli ausiliari del traffico servono anche a questo. Ma il codice della strada consente alle vetture “alla spina” di sostare un’ora dopo la fine del “pieno”. Anche senza cavo collegato. In tal caso, gli agenti dovrebbero annotare l’orario e ripassare dopo un’ora: il tutto per un’ammenda di € 87. In termini di risorse, forse il gioco non vale la candela…


> Per dimostrare che un’auto è in sosta vietata in uno stallo per le elettriche, polizia e ausiliari possono anche fotografare la vettura con uno smartphone.

ECCO COM’È ANDATA LA NOSTRA ESPERIENZA - Che cosa può fare chi ha un’auto elettrica e trova la colonnina occupata da un abusivo? Chiamare le forze dell’ordine. Come abbiamo fatto noi. Composto il numero della centrale operativa della polizia locale, a Roma, a Milano e a Napoli siamo rimasti in attesa almeno cinque minuti. E, ogni volta, ci è stato detto di attendere una pattuglia. Tempi di attesa? Non specificati, anche perché variabili in base al traffico. Le centrali operative ci hanno sempre anticipato che sarebbero stati gli agenti a valutare, sul posto, la sussistenza dell’infrazione e la necessità o meno di attivare il servizio di rimozione. In tal caso, bisognerà aspettare il carro attrezzi (che deve avere lo spazio per operare). Insomma, prima che lo stallo si liberi possono trascorrere delle ore.

LE SOLUZIONI DI RICARICA

CHI CONTA LE COLONNINE? - Non esiste una banca dati ufficiale, aggiornata dallo Stato, di tutte le infrastrutture di ricarica: a elaborare le informazioni è in particolare Motus-E, l’associazione per lo sviluppo della mobilità elettrica che riunisce 37 aziende (da Renault a Stellantis, da Volkswagen Italia a Tesla, nonché Enel X e ALD Automotive). Delle circa 12.500 stazioni di ricarica conteggiate, l’80% è sul suolo pubblico, ossia nelle vie e nelle piazze; il restante 20% in aree private a uso pubblico: come quelle nei centri commerciali.

STAZIONI A QUATTRO VELOCITÀ - Come calcola Motus-E, in Italia il 95% dei punti di ricarica pubblica è a corrente alternata (AC), con potenza prevalentemente da 7 a 22 kW. Quelli che, per il “pieno” di energia elettrica dell’auto, richiedono parecchio tempo. Parliamo di 4520 colonnine slow (lente, da 3,7 a 7 kW) e di 18.540 quick (rapide). Solo il 5% è a corrente continua (DC): chi può utilizzare questi 1855 punti (non tutte le vetture elettriche sono abilitate) fa molto più in fretta. Perché si tratta di stazioni da 22 kW in sù: fast, ultra fast e high power (rispettivamente, veloci, ultra veloci e ad alta potenza).

SEI FUORI TEMPO MASSIMO? - Oltre a mostrare su una mappa le colonnine presenti in Europa, le tante applicazioni per smartphone consentono di verificare il livello di ricarica della propria auto. Al “pieno”, l’app avverte l’utente. Utile per non incorrere nelle sanzioni del codice della strada. E negli addebiti dei fornitori di energia. Superata l’ora, l’app avvisa che scatta la “penale da tempo”: varia secondo gli operatori e il tipo di contratto. Indicativamente, per le colonnine normali, € 0,09 al minuto in più oltre l’ora di tolleranza. Una sanzione doppia se la stazione è ad alta potenza.

QUANTO COSTA IL PIENO ELETTRICO? - Il prezzo del “pieno” dipende da più fattori: tipo di corrente (alternata o continua), capacità della batteria, politiche commerciali del fornitore di energia elettrica. Si può acquistare a consumo o mediante abbonamento mensile con uno dei tanti operatori (come A2A Energy Solution, Acea Innovation, Be Charge ed Enel X Italia). Il fornitore più importante (13.000 colonnine) è Enel X Italia, che propone una tariffazione articolata. A consumo: € 0,4 al kWh se la stazione eroga fino a 22 kW, € 0,5 fino a 50 kW e € 0,79 per le ultrafast fino a 350 kW. Due le tariffe flat: € 25 al mese per 70 kWh o € 45 per 145 kWh.

E POI CI SONO I SUPERCHARGER TESLA - Fanno storia a sé i 77 Supercharger della Tesla, ultra veloci: stazioni di ricarica rapida DC a 480 volt installate dal costruttore californiano, e a uso esclusivo delle elettriche della stessa casa. Come sempre, il pagamento della ricarica viene addebitato sulla carta di credito del proprietario della macchina. L’obiettivo è quello di assicurare ai proprietari delle Tesla la massima libertà di spostamento. Recentemente la casa ha reso accessibili anche alle auto di altri marchi una decina di stazioni in Olanda. E l’esperimento potrebbe essere allargato ad altre nazioni.

PER FORTUNA C’È LA WALLBOX - Le colonnine pubbliche sono poche e con stalli spesso occupati. Morale, se si ha un’auto elettrica, è indispensabile attrezzarsi con una stazione di ricarica domestica (wallbox). Che può essere gestita anche mediante app per smartphone, facili da utilizzare. Collegata a un contatore, viene spesso fornita dal gestore di rete o dal costruttore dell’auto, per il “rifornimento” in garage (o cortile). Verificate sempre la fattibilità tecnica dell’installazione.



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Ritratto di Check_mate
7 gennaio 2022 - 19:26
Invece è giusto che ognuno rimanga delle proprie convinzioni. Io non sono nessuno per cambiarle. Certo poi in un discorso più ampio pretendere credibilità sulla base del "i miei amici mi hanno detto.." e "dai miei viaggi ho visto.." rende la supposizione una trollata in piena regola. Aggiungeremo quest'altro account sulla lista degli "imprensentabili del blog".
Ritratto di MS85
8 gennaio 2022 - 12:39
Dubito sia tedesco, più probabilmente un immigrato in Germania, bene che vada una seconda generazione. Intanto che analizza sarebbe interessante sapere se ha avuto modo di capire quale strana reazione chimica scatta nella mente dei tedeschi appena varcano la frontiera, perchè qualcosa li spinge curiosamente a strabattersene del codice della strada appena arrivano da noi. Ma magari lui sa illuminarci.
Ritratto di Check_mate
8 gennaio 2022 - 12:56
@MS85 con la sola differenza che, socioculturalmente parlando, non ne facciamo di tutta un'erba un fascio. Checché ne dicano al bar tra un Martini e un altro, con la speranza che non condizionino poi gli esisti dell'interessante discussione.
Ritratto di Rush
7 gennaio 2022 - 19:27
Check aspetti un momento e vedrà che diventeremo anche omofobi razzisti fascisti e non so cosa ancora…che brutto pease e che brutta gente frequenta Walkyria… se due idioti parcheggiano in un posto riservato ad un disabile come si fa a dire che 60 milioni di persone sono come quei due? Da che pulpito poi… come dire che i tedeschi sono tutti figli di Hitler… Walkyria non era l’unico gruppo tedesco che tentò di eliminare Hitler… continuiamo a generalizzare che va bene così… tanto basta provocare a capocchia eeehhhh…. Prima di sparare bisognerebbe prendere la mira….
Ritratto di Check_mate
7 gennaio 2022 - 19:29
@Rush dopo gli amici, attendiamo l'opinione dei cugini. Già che ci siamo ora mi interessano un po' tutte
Ritratto di Rush
7 gennaio 2022 - 19:44
Ahahhahahha…ma quanti fenomeni ci sono in giro…
Ritratto di Comparsa
8 gennaio 2022 - 08:49
Check, perché ti scaldi tanto (tu e gli altri)? Il fatto che il mio vicino sia un assassino, rende me meno assassino di quanto non sia assassino? Tu fossi cuoco e/o proprietario di un ristorante, e un cliente rifiuta un piatto, te la prendi col cliente? Sicuramente generalizzare non è mai positivo, ma è indubbio che se i paesi nordici viaggiano in un certo modo, e noi in direzione opposta, un motivo dovrà pur esserci (più d'uno, ma diventerebbe discretamente complicato). Oppure siamo così suscettibili da non riuscire ad accettare le critiche? Che poi i tedeschi, o i norvegesi, o-che-ne-so-io abbiano i loro difetti, nessuno lo mette in dubbio, ma questo non toglie che, generalmente, gli italiani siano indisciplinati, non serve molto, basta uscire di casa, anche a piedi. E basta farlo anche in Austria o Svizzera per accorgersi delle differenze. Che poi pure là ci siano problemi (di altra natura) è un altro paio di maniche. Ma che non se ne possa parlare, io lo trovo bislacco. O, forse, son bislacco io, ma, a quest'ultimo quesito, dovrete rispondere voi ;-)
Ritratto di Check_mate
8 gennaio 2022 - 08:56
Non mi scaldo, diversamente, non mi piacciono le generalizzazioni fatte sconclusionatamente. Qui si parla di categorie di persone, non di tutta l'italia. Trattare tutti quanti allo stesso modo non è accettabile. Oltretutto, da chi pretende di venire a fare la morale ci si dovrebbe aspettare una certa coerenza etica. Invece qui ci piace etichettare un popolo perché "gli amici mi hanno detto...". Suvvia, parliamo d'auto che questi discorsi li fanno all'asilo. Tra l'altro, "Comparsa", se leggi attentamente, io per primo ho condannato certi atteggiamenti, ma da qui a dire che TUTTI gli italiani si comportino in un certo modo ce ne passa, e pure tanto. Questa è solo povertà comunicativa, che non serve a nessuno. Pertanto, talvolta si può anche tacere, se non si ha meglio da scrivere che le solite accuse stereotipate e campate in aria.
Ritratto di Comparsa
8 gennaio 2022 - 09:15
A maggior ragione: se pure tu evidenzi che il comportamento automobilistico, specialmente italico, sia da biasimare, perché se pure io lo evidenzio, è ok, ma se lo fa un non italiano, è subito da stigmatizzare? Che poi le generalizzazioni siano fuori luogo ed errate, nessuno lo mette in dubbio, ma è una conseguenza della discussione, altrimenti dovremmo puntualizzare anche la punteggiatura. Oltretutto, Walk ha posto la questione in modo garbato, e affossarlo così, all'unanimità, dà ancora più valore al suo commento, perché sembra aver toccato un nervo scoperto. Ribadisco: se mi reco negli USA (o qualsiasi altro luogo) e il primo che capisce che io sia italiano mi sorride e mi dà del mafioso, sono io a cercare di dimostrare il contrario, ma non posso negare che quella battuta nasconda un fondo di verità. Poi, che vi devo dire, se qua dentro la pensate tutti allo stesso modo, e io no, significa che sbaglio io. Però, davanti a un commento come quello di Walk, io non posso che dargli ragione, con le eccezioni del caso, ovviamente ;-)
Ritratto di Check_mate
8 gennaio 2022 - 09:26
@Comparsa forse parliamo una lingua diversa. Il problema in questione non è che in italia ci sia una categoria di persone, più o meno folta, che disattende puntualmente e maleducatamente le regole più comuni e basiche di civiltà. Fin quando si vuole fare luce su questa problematica io sono il primo ad assecondare il ragionamento, andando anche alla ricerca di molteplici cause. Non a caso, ho tirato in ballo le istituzioni scolastiche, ma non per dare loro la sola responsabilità del problema, come erroneamente ha voluto far passare Walkyria, ma perché integrano l'educazione di ciascuno di noi. Ed il fatto che le materie civiche vengano spesso trascurate è sintomo di uno scarso interesse collettivo a tematiche d'interesse sociale. Dire questo, però, non autorizza me, né nessun altro, a dire che gli italiani abbiano un "problema socioculturale" esteso. Perché, come tanti altri, non ho mai adottato comportamenti del genere né tantomeno volti a ledere il prossimo. Quindi, sicuramente non mi sento offeso da chi muove una critica pretestuosa dietro ad un nickname su un blog, ma sicuramente trovo quantomeno allucinante impostare un ragionamento, che di per sé potrebbe essere anche interessante, ma legittimandolo perché "ho fatto dei viaggi" ed "ho parlato con gli amici". Impostare un discorso così non è credibile, a meno che non si voglia "trollare" l'interlocutore. Penso di aver attentamente spiegato la mia posizione, che esula completamente dalla nazionalità di chi muove la critica, come hai mal inteso. Il problema sono le motivazioni e l'oggetto della critica, non il soggetto. Se te, invece, consideri accettabili dei discorsi così vacui per me non c'è nulla di male, assolutamente. Ma non pretendere che la tua condotta debba essere condivisa da più persone. Buon weekend.

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