È una coupé con due posti di fortuna dietro e un discreto baule. Si tratta di una profonda evoluzione della GT86 che sostituisce: anche per questo la scocca, che è rimasta quasi invariata, non è adatta a ospitare i sistemi di aiuto alla guida che diventeranno obbligatori nel Vecchio Continente da metà 2024 (per collocarli nella corretta posizione, avrebbero dovuto arretrare il parabrezza e alzare il tetto); questo vuol dire che la Toyota GR86 non potrà essere venduta in Europa dopo questa data. Ciò, sommato alla scarsa disponibilità (poche centinaia di esemplari l’anno per mercato), renderà questa coupé un vero pezzo da collezione. D’altra parte, è una delle pochissime auto “da guidare alla vecchia maniera”: motore anteriore, trazione posteriore, cambio manuale e controlli elettronici disinseribili. Il motore è boxer e non sovralimentato; il passaggio dal 2.0 della GT86 al nuovo 2.4 ha risolto forse il principale dei difetti dell’antenata, ovvero la spinta ai medi giri. Molto valido il cambio, che accetta maltrattamenti tipici della guida in pista. Completano il quadro uno sterzo preciso e un differenziale autobloccante meccanico: la GR86 accetta di buon grado di essere guidata sia senza “sbavature” sia cercando la sbandata controllata (facilissima da innescare e mantenere). Visti i contenuti, non costa neppure tanto: su strada diverte molto di più della gran parte delle supercar in listino.