Quanto durano le batterie delle auto elettriche?

Tecnologia
Pubblicato 09 dicembre 2020

Le batterie sono l’elemento più complesso e costoso di un’auto elettrica. Per questo sempre più automobilisti si chiedono quanto potranno durare in termini di tempo e chilometri. Ecco alcune risposte.

BATTERIE PREZIOSE - Le auto elettriche sono spaziose, silenziose e senza vibrazioni grazie a elettronica e motori perfezionati e compatti. Tutto questo sarebbe però inutile senza la batteria, il componente più complicato e costoso di queste vetture. Questo valore elevato crea più di un’apprensione all’automobilista, che si chiede quanto possa durare la batteria della sua auto. Le case sono consce di questi interrogativi e oggi è comune trovare, per le batterie, garanzie differenziate rispetto a quella legale di 2 anni. È infatti comune l’offerta di una copertura di 8 anni o 160.000 km, termini entro i quali si garantisce una capacità minima residua. Questo dovrebbe tranquillizzare i proprietari, in effetti un po’ prevenuti dall’esperienza che hanno con i cellulari.

LIQUIDO È MEGLIO - Ma se rimpiazzare un cellulare con la batteria esaurita può non essere economicamente impegnativo, la stessa cosa non si può certo dire degli ingombranti e complicati pack delle auto elettriche. Tranquillizziamoci subito: le batterie delle elettriche hanno sistemi di gestione e mantenimento molto più efficaci rispetto a quelli dei dispositivi mobili. Il controllo della temperatura a liquido, per esempio, è generalizzato e ha sostituito il meno preciso sistema ad aria visto in alcuni modelli. Le batterie delle auto più recenti, inoltre, sono molto più longeve di quelle delle generazioni precedenti e la tendenza continua. Alcune indagini condotte sui proprietari delle elettriche permettono di farsi un’idea della durata di questi elementi.

PIUTTOSTO LONGEVE - La maggior parte dei possessori di Tesla Model S ad alto chilometraggio, per esempio, hanno dichiarato che le loro auto hanno percorso più di 257.000 km senza problemi. Questa indagine ha coinvolto 350 proprietari di Tesla, che hanno sperimentato un calo del 5% della capacità dopo 80.000 km. Per scendere al 90% hanno però dovuto fare 297.000 km. I viaggiatori di lungo corso hanno notato una capacità residua dell’80% dopo ben 800.000 km. La Nissan ha indagato sulle Leaf con uno studio su 40.000 proprietari, rilevando che le batterie potrebbero durare 10 anni più dell’automobile. Francisco Carranza, managing director di Renault Nissan Energy Services, ritiene che le batterie della Leaf potrebbero essere usabili fino all’età di 22 anni, anche se con capacità e quindi autonomia ridotta. Per la BMW i3 non ci sono studi così approfonditi, ma un esemplare che ha percorso 112.700 km in 3 anni ha conservato il 98,4% della sua capacità.

AMPI MARGINI DI MIGLIORAMENTO - Si può quindi essere abbastanza tranquilli sulla durata della costosa batteria delle auto elettriche. Teniamo conto che gli elementi al litio sono una tecnologia relativamente recente e che già si intravedono pack che durano ben più dei canonici 1.000 cicli completi, promettendo percorrenze di 1.600.00 km. Le celle litio ferro fosfato, per esempio, immagazzinano meno energia per chilogrammo, ma sono più economiche e sostenibili, non avendo il pericoloso cobalto. Fra gli altri vantaggi abbiamo una durata superiore ai 2.000 cicli, la scarsissima infiammabilità ed un’alta efficienza di carica, che riduce i costi per fare 100 km.

LE SOLITE PRECAUZIONI - In caso di danneggiamento o “morte” prematura delle batterie dovrebbe essere possibile sostituire solo i moduli - sono gruppi di celle - coinvolti invece che l’intero pack, per un risparmio consistente. Per allungare la vita delle batterie, per le elettriche valgono le le stesse precauzioni che andrebbero seguite per gli elementi dei cellulari. Sono da evitare quindi sia le scariche troppo profonde sia le ricariche al 100%. Sarebbe opportuno non caricare in climi estremi (molto caldi o freddi) e non superare l’80% della capacità. Al riguardo sottolineiamo che molte elettriche possono impostare un livello massimo di carica, raggiunto il quale la ricarica si arresta. Poi non bisogna eccedere né con le scariche profonde né con le cariche rapide in continua che, per quanto comode, potrebbero provocare surriscaldamenti localizzati agli elementi. Questo consiglio non deve però diventare un’ossessione perché i moderni Battery Management System (BMS) sono molto solerti nella protezione della batteria. Ultimo ma non ultimo, cercare di non essere violenti con l’acceleratore: provare spesso lo scatto fulmineo delle auto elettriche equivale a sottoporre la batteria a numerose scariche violente.

> QUANTO COSTA RICARICARE L'AUTO ELETTRICA
 



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Ritratto di orlak
9 dicembre 2020 - 20:05
La cosa che mi è capitato di odiare dei cellulari, con ovviamente lo specifico delle batterie, è che in alcuni casi non c’è stato tanto un degrado lineare della batteria (tale da poter comodamente programmare il cambio) ma ad un certo punto se non di punto in bianco quasi, iniziava un decadimento repentino (a volte anche irregolare nel senso che sembrava potersi riprendere, a momenti; insomma quasi random, ma comunque assolutamente proibitivo per continuare a usarlo in giro fuori come prima). Speriamo per le auto le cose vadano meglio, fermo restando che prima matura al meglio tale tecnologia meglio è: comprare una microcar bev nuova a 3-4.000 euro e sapere che le batterie durerebbero (si presume assieme alla macchina essendone appunto esse l’elemento più critico) 20-25 anni sarebbe un’immensa gioia e praticamente l’investimento della vita (in quanto a contenuti e fruizione / spesa).
Ritratto di RubenC
9 dicembre 2020 - 20:35
2
C'è la Citroen Ami.
Ritratto di marcoluga
9 dicembre 2020 - 21:33
2
Ma sei serio?
Ritratto di RubenC
9 dicembre 2020 - 21:34
2
Perché? Io non la prenderei, ma è orlak quello che ha detto che vorrebbe una microcar elettrica da € 4000.
Ritratto di orlak
9 dicembre 2020 - 22:21
È l'unico modo per davvero rivoluzionare la mobilità aiutando l'ambiente. Altri modi non mi vengono in mente. Fra l'altro non mi sono inventato niente cui non abbia già pensato qualcun altro già da tempo (onore al merito), la twizy esiste da un bel po', per dire. Quando saremo realmente pronti per il passaggio di massa, l'idea iniziale di come dovesse essere l'elettrica che salva il pianeta penso tornerà a galla (migliorata nel rapporto prezzo: contenuti) affiancando/scavalcando quella (poca in verità ancora oggi nonostante i notevoli incentivi) un po' più elitaria nel suo piccolo, che i tempi (e le economie, le infrastrutture e ovviamente i costruttori di conseguenza) al momento favoriscono.
Ritratto di orlak
9 dicembre 2020 - 22:26
A prezzo minore di una Ami comunque altrove si prendono micro che vanno il doppio veloci e hanno ben altra autonomia. Diciamo che la francese non sarebbe proprio l'esempio della mia idea (anche se comunque molto meglio allineata rispetto alle utilitarie da 200km di autonomia e 25.000€ di listino, o delle bevvone da 50-60.000€ minimo che poi chi se le può permettere qui?)
Ritratto di Andre_a
9 dicembre 2020 - 23:28
@orlak: sarebbe una parziale involuzione, io spero piuttosto che i prezzi delle elettriche possano presto raggiungere quelli delle termiche anche senza incentivi. Un Italia di monopattini e microcar sembra la versione ecologica dell'Italia di Vespa e Ape dei miei nonni... meglio quello che scassate utilitarie ultraventenni, però diciamo che non sarebbe il mio futuro ideale.
Ritratto di orlak
10 dicembre 2020 - 07:02
Io invece ci vedrei un netto guadagno per la vivibilità cittadina (delle metropoli soprattutto). In Jappone il concetto di keicar è da lungo in atto. Anche in China oggi nelle metropoli per le micro bev non si paga la targa (un notevole balzello), se gli amministratori spingono in tal senso un fondato motivo lo avranno. Veicoli lunghi 3mt rispetto già a 3.5-4mt se non 4.5-5mt spalmati per il numero che circola e soprattutto parcheggia in una metropoli fa una bella differenza. Idem, visto che poi l'impatto non è mai effettivamente zero ma tutt'altro c'è impatto e impatto, portarsi appresso 2 tonnellate di peso quando si può fare le stesse identiche cose con un mezzo da 500kg significherà di certo qualcosa (io in verità direi tanto). P.S. il monopattino neanche a me convince ma invece un tetto sulla testa e 4 ruote per circolare on tutte le stagioni non ci trovo niente di più proibitivo che stare in piedi nel tram o prendersi tutte le intemperie possibili su uno scooter/moto, cose che mln di persona fanno quotidianamente.
Ritratto di Andre_a
10 dicembre 2020 - 08:04
La Cina non la prendo come modello del "futuro che vorrei", le kei car giapponesi, invece, sono delle limousine in confronto alle nostre microcar, e sono notevolmente più sicure, con adas, airbag... tanto da essere talvolta vendute da noi come auto normali semplicemente cambiando il motore (Suzuki Alto, Jimny, Daihatsu Cuore...). Infine le kei car in Giappone non costano meno della nostra Panda, sono soltanto meno tassate, e i parcheggi costano meno. Le loro strade sono meno congestionate perché hanno mezzi pubblici estremamente efficienti, se vuoi andare da qualsiasi parte, è molto probabile che coi mezzi fai prima e spendi meno, e perché solo chi ha un parcheggio privato può comprarsi un'auto, infatti lì non vedi mai le lunghe file di macchine parcheggiate a bordo strada. Ecco, a un sistema giapponese sarei favorevole, d'altronde abbiamo un territorio molto simile, e penso che quello che funziona da loro potrebbe funzionare anche da noi, ma un'invasione di microcar non la vorrei.
Ritratto di orlak
10 dicembre 2020 - 11:00
No, non sia mai. L'esempio Jappone era solo per indicare il fatto che con macchine piccolissime gliela si può fare. Ma pagare una micro car 15-20.000€ sarebbe per me l'equivalente di un medioevo automobilistico. Cioè se in virtù della salvaguardia ambientale ci si dà tutti una mano (automobilisti, istituzioni e quant'altro) ok, altrimenti se uno si deve indebitare come e peggio di prima per prendersi un'auto fruibile la metà di quella che aveva personalmente passo, prendo la Panda Mild Hybrid al limite, 10k€ e ci faccio di tutto senza vincoli e limitazioni (l'ambiente lo aiuto alla prossima tornata).

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