Nonostante l’adozione sempre più diffusa dei pneumatici invernali (marcati M+S e con il simbolo 3PMSF), esistono condizioni estreme, come nevicate eccezionalmente intense, spessi strati di neve compatta o, peggio, la presenza di ghiaccio vivo, dove la sola gomma non può garantire la trazione e la sicurezza necessarie.
In queste situazioni, le catene da neve restano uno degli strumenti più efficaci per mantenere il controllo del veicolo: sono economiche, relativamente leggere da trasportare e rappresentano una soluzione d’emergenza che consente di procedere anche dove i pneumatici tradizionali non possono farlo.
Il loro utilizzo richiede però una certa attenzione: saper capire quando servono davvero, essere in grado di installarle senza esitazioni e conoscere i limiti entro cui possono operare permette di sfruttarne al meglio le potenzialità e di evitare danni meccanici o rischi inutili.
Sul mercato esistono diverse soluzioni, che si distinguono soprattutto per struttura e facilità di utilizzo. Le catene tradizionali a rombo rimangono le più diffuse: offrono una buona trazione sulla neve compatta e un montaggio relativamente agevole.

Negli ultimi anni hanno guadagnato spazio le catene a montaggio rapido, spesso chiamate anche “a ragno” (nella foto qui sopra). Si fissano direttamente al dado delle ruote e non richiedono di far passare l’impianto dietro al pneumatico, un vantaggio importante per le auto con passaruota particolarmente stretti o segnalate come non catenabili dai costruttori. Il rovescio della medaglia è il prezzo sensibilmente più elevato.
Accanto alle catene tradizionali si sono diffuse le cosiddette “calze da neve”, prodotti in tessuto ad alta aderenza che avvolgono il pneumatico. La loro facilità di montaggio rappresenta il principale punto di forza, così come la buona presa sulla neve fresca e asciutta. Tuttavia, quando il fondo diventa ghiacciato, le catene metalliche continuano a garantire prestazioni superiori. È fondamentale verificare che le calze siano dotate dell’omologazione UNI EN 16662-1:2020 per essere legalmente considerate equivalenti alle catene in Italia e assolvere l’obbligo di legge.
| Dispositivo | Efficacia su neve alta | Efficacia su ghiaccio | Facilità montaggio | Legalità |
|
Catene acciaio |
Elevata |
Buona |
Media |
Sì |
|
Catene a ragno |
Elevata |
Buona |
Alta |
Sì |
|
Calze tessili |
Media/Bassa |
Limitata |
Elevata |
Sì (se UNI EN 16662-1) |

La compatibilità con le dimensioni del pneumatico rappresenta il primo criterio da considerare: ogni modello di catena è progettato per un intervallo specifico di misure, riportate anche sulla confezione, da confrontare con la misura della gomma, da consultare sul fianco della stessa (per esempio 205/55 R16).
Secondo elemento da valutare è lo spazio disponibile nel passaruota: molte vetture recenti lasciano margini ridotti. Per questo esistono infine catene a basso spessore, da 9 o 7 millimetri, concepite per vetture con poco spazio tra la ruota e la carrozzeria. Ci sono poi vetture che il costruttore indica come non catenabile, per le quali risulta necessario orientarsi verso soluzioni alternative come le catene a ragno o calze omologate.
Conta poi la praticità d’uso. Chi prevede di utilizzarle sporadicamente può preferire sistemi più rapidi da installare, anche a fronte di una spesa superiore.
L’omologazione resta un requisito imprescindibile, così come la consapevolezza del budget: le catene tradizionali hanno prezzi contenuti (generalmente inferiore ai 100 euro), mentre i sistemi più sofisticati richiedono un esborso maggiore (si superano facilmente i 300 euro).
Le catene vanno montate quando la neve copre in modo continuativo il fondo stradale o quando la superficie diventa scivolosa al punto da rendere difficile la marcia con i pneumatici tradizionali. La loro presenza diventa indispensabile in caso di nevicate intense, su tratti di montagna con pendenze superiori alla media o quando la segnaletica lo prescrive a causa di condizioni meteorologiche critiche.
Non devono però restare sulle ruote di trazione più del necessario. Una volta che l’asfalto torna visibile, continuare a circolare con le catene montate accelera l’usura delle maglie metalliche, può danneggiare i pneumatici e introduce vibrazioni poco salutari per sospensioni e organi meccanici. Per questo, in presenza di tratti alternati di neve e asfalto, è buona norma fermarsi e rimuoverle appena il fondo stradale risulta pulito in modo stabile.

Il momento di montare le catene è spesso quello più critico, perché capita di doverlo fare sotto la neve e al freddo, per questo è meglio portarsi sempre dei guanti. Per questo è fondamentale conoscere bene la procedura e può essere utile esercitarsi in anticipo e in condizioni meno sfavorevoli. Pur variando nei dettagli a seconda del modello, il montaggio delle catene segue una logica comune.
Dopo aver parcheggiato in un punto sicuro, la catena va srotolata e liberata da eventuali intrecci. Il cavo o l’archetto posteriore deve essere fatto passare dietro al pneumatico e chiuso, quindi la trama metallica va distribuita uniformemente sul battistrada.
Il sistema di tensionamento, manuale o automatico, provvede a rendere la catena aderente: nelle catene non autotensionanti, dopo aver completato il montaggio, è necessario percorrere un breve tratto (qualche decina di metri) a velocità molto ridotta, fermarsi e ritensionare manualmente il meccanismo di chiusura; i sistemi autotensionanti, invece, eseguono questa regolazione in autonomia.
Sulle vetture a trazione anteriore, le catene vanno montate sulle ruote anteriori, mentre sulle posteriori per i modelli a trazione posteriore. Le auto a quattro ruote motrici possono richiedere combinazioni diverse, spesso indicate nel manuale d’uso del veicolo.

L’uso e la conservazione delle catene da neve richiedono attenzione per garantire efficacia e durata nel tempo, oltre a rispettare rigidi standard di sicurezza durante la guida. L’aspetto più importante è la velocità: una volta montate le catene, è assolutamente vietato superare i 50 km/h. È necessario inoltre adottare una guida estremamente cauta e fluida, evitando sterzate repentine, accelerazioni violente o frenate brusche, che potrebbero danneggiare la catena stessa o causare una perdita di controllo.
Per quanto riguarda la manutenzione, le catene in acciaio richiedono cura dopo l’uso. A causa del sale stradale e del fango, che sono altamente corrosivi, è essenziale che le catene vengano lavate con acqua e un detergente una volta smontate (foto qui sopra). Dopo il lavaggio, devono essere asciugate completamente all’aria. Questo passaggio è fondamentale per prevenire la formazione di ruggine, la quale, se trascurata, può compromettere la resistenza e l’integrità strutturale degli anelli.
Infine, i dispositivi vanno riposti nella loro custodia, verificando che tutti i ganci, le maglie e i meccanismi di chiusura siano integri e pronti per l’uso successivo. In presenza di rotture o usura eccessiva, è sempre consigliabile sostituire l’intero set.



