Le cinture di sicurezza sono un elemento fondamentale per la sicurezza delle nostre auto e chiunque è a bordo di un’auto in movimento è tenuto a utilizzarle. Il Codice della Strada italiano stabilisce che il guidatore è tenuto a verificare, prima di mettersi in viaggio, che tutti i passeggeri le indossino correttamente: può quindi evitare di farli salire a bordo in caso di loro rifiuto. Se ciò non succede e il guidatore decide di muoversi anche con qualcuno non ben assicurato al sedile, il conducente non solo rischia una multa ma deve essere anche pronto ad assumersi la responsabilità civile e penale in caso di incidente. In quelli più gravi, cioè in caso di morte del passeggero senza cintura, chi guida può anche essere accusato di omicidio stradale, rischiando la reclusione da 2 a 7 anni.
Lo ha stabilito la sentenza della Cassazione n. 46566 del 2024, che ha ribadito ancora una volta la responsabilità del conducente per la vigilanza e la prudenza verso i propri passeggeri, che si traduce nel dovere di garantire che questi ultimi indossino la cintura di sicurezza. Questo obbligo non è limitato ai bambini o ai passeggeri dei posti anteriori, ma riguarda tutti gli occupanti del veicolo, indipendentemente dalla loro età o dalla loro posizione. La Cassazione ha sottolineato che il conducente deve non solo essere consapevole del mancato utilizzo delle cinture da parte dei passeggeri, ma anche adottare ogni possibile misura per prevenirlo o correggerlo, per esempio invitando i passeggeri a allacciare la cintura o, se necessario, fermando il veicolo.
Nel caso della sentenza, il conducente del veicolo era accusato di omicidio colposo per un incidente stradale in cui il passeggero, seduto senza cintura sul sedile posteriore, è stato sbalzato fuori dall’abitacolo perdendo la vita. Nel sinistro, il conducente non aveva colpe dirette, in quanto aveva frenato bruscamente per evitare un cave randagio, causando il ribaltamento della vettura. Il tribunale aveva inizialmente assolto il guidatore, sostenendo che non potesse controllare continuamente l’uso delle cinture durante la marcia e che l’auto non disponeva dei sensori per il mancato uso delle cinture sui sedili posteriori. La Cassazione ha ribaltato la sentenza sostenendo che il conducente non avesse preteso dai passeggeri di indossare le cinture prima della partenza e che la mancanza dei sensori non lo esoneri dal vigilare sull’uso dei dispositivi di sicurezza.