Auto elettriche: cosa succede quando la batteria invecchia?

Batterie
Pubblicato 28 novembre 2022

Il tempo fa perdere capacità alla batteria: ma come questo influenza le prestazioni e l’autonomia delle auto elettriche? Ecco le risposte.

batterie auto elettrica 5

IL CUORE DELL’AUTOMOBILE

Le auto elettriche sono ‘strane’ rispetto a quelle con motore termico e una delle differenze principali è il fatto che il loro serbatoio non viene riempito con un carburante, liquido o gassoso che sia, ma con energia elettrica. Il riempimento e il consumo di questa energia non sembrano modificare esteriormente la batteria, ma in realtà essa perde gradualmente le sue prestazioni. Visto il costo e l’importanza di questo elemento, vero cuore dei veicoli elettrici, è logico domandarsi cosa succede alla batteria con l’uso e l’invecchiamento. 

Occorre prima di tutto ricordare che i battery pack delle automobili durano molto di più di quelli degli smartphone per vari motivi. Al primo posto c’è una sofisticata climatizzazione che mantiene a livello ottimale la temperatura, ma un ruolo importante è dato dalla grace capacity, quella capacità presente ma non usata che si palesa nella discrepanza fra la capacità usabile e quella nominale: la Volkswagen ID.4, per esempio, usa 77 kWh di una batteria capace di 82 kWh.

ricarica colonnine batterie 5

SACRIFICIO NECESSARIO

Questa riserva all’inizio non viene utilizzata e quindi l’auto elettrica si porta appresso una pesante batteria che non viene utilizzata totalmente. In pratica quando la batteria appare carica al 100% in realtà non lo è e lo stesso accade quando il misuratore dice ‘0%’. La grace capacity entra gradualmente in azione al degradarsi della batteria principale e quindi man mano che il processo va avanti la carica effettiva della batteria si avvicina sempre di più alla capacità reale residua. In pratica se la batteria nuova era di 100 kWh con una capacità sfruttabile di 80 kWh non si arrivava mai a caricarla al 100% effettivo ma man mano che la perdita di capacità va avanti il 100% si avvicinerà sempre di più alla capacità effettiva, nel frattempo scesa (sono numeri puramente indicativi) all’80%. 

Quindi l’autonomia è quasi invariata, dato che stiamo parlando di 80 kWh (questa volta sfruttati completamente), ma lo stress della ricarica aumenta perché per immagazzinare quei kWh occorre arrivare al 100% della capacità delle celle. A questo punto, come scrive Battery University, il degrado della batteria diventa più veloce sia perché le ricariche/scariche al 100% e allo 0% effettivi la sollecitano di più sia perché non esiste più una riserva da attivare per compensare la perdita di capacità.

LA COPERTA È CORTA

estimated ev range web

Un aggiornamento software può ripristinare un po’ di grace capacity diminuendo quindi il logorio della ricarica, ma a quel punto l’autonomia subisce un brusco calo anche se il degrado della batteria prosegue con lo stesso ritmo. Il grafico qui sopra è riferito a una Tesla con batteria da 85 kWh (probabilmente una Model S di qualche tempo fa, quel taglio di batteria non è più usato da tempo) e si nota subito l’azione della grace capacity che riesce a mantenere invariata l’autonomia fino a una percorrenza di 95.000 miglia (152.900 km, Fase 1). 

Nella Fase 2 si nota il degrado della batteria, che appare piuttosto lento perché fra le 95.000 e le 130.000 miglia di percorrenza (209.000 km) l’autonomia si abbassa di circa 13 miglia/21 km. La fase 3 illustra il repentino calo dell’autonomia - valutabile in un 10% - causato dal software che ripristina un po’ di capacità di riserva per impedire le ricariche al 100%. 

La scala dell’autonomia piuttosto compressa drammatizza visivamente l’entità della diminuzione che, ricordiamolo, avviene dopo più di 200.000 km. Tenendo presente la percorrenza media delle automobili italiane (circa 7.000 km/anno, qui i dati) scopriamo quindi che il più sostanzioso calo dell’autonomia avverrebbe dopo quasi 30 anni, un tempo ben superiore alla durata del veicolo.

COME INVECCHIANO LE BATTERIE?

L’invecchiamento della batteria è imputabile a vari fattori, descritti per esempio da una dettagliata ricerca che l’Università di Monaco ha condotto sulle celle 18650 con chimica nickel-alluminio-cobalto usatissime da Tesla. La conclusione è che l’invecchiamento di una batteria agli ioni di litio è un fenomeno complesso che dipende da fattori quali i livelli di carica, la velocità di ricarica, la profondità di scarica e la temperatura. 

Un SoC (State of Charge) superiore all'80% accelera la perdita di capacità mentre una scarica troppo profonda aumenta la resistenza interna. Questa quantità merita una spiegazione: quando la batteria riceve energia una parte di questa si perde anche perché la corrente di ricarica incontra una certa resistenza nel suo scorrere all’interno delle celle (questa perdita influisce anche sul vero costo della ricarica, qui per saperne di più). Lo stesso accade durante la scarica: la dissipazione di energia durante la carica/scarica si manifesta con un riscaldamento della batteria anche quando essa eroga energia. 

reistenza interna

La potenza dissipata da una resistenza è data da R x i2, nella quale R è la resistenza, misurata in ohm (Ω), e i è l’intensità della corrente in Ampere. Al crescere di R aumenta quindi la potenza ‘persa’ nella resistenza interna della batteria, uno spreco che aumenta con il quadrato della corrente che scorre. Per misurare R è necessario collegare un carico dato che se la corrente i è nulla la resistenza non si paleserà. Dal grafico qui sopra si vede come l’aumento della profondità di scarica (61%, triangoli neri) ha un effetto negativo molto maggiore della tensione alla quale avviene la scarica.

STRATEGIE DI RICARICA

Una scarica violenta, quando i è molto alta, aumenterà quindi la potenza dissipata (cresce con il quadrato di i) e questo diminuirà l’autonomia, un calo tanto maggiore quanto più alta sarà la resistenza interna che nel grafico è indicata in milliohm. 

Un altro risultato della ricerca è che se si prevede di non usare l’auto elettrica per molto tempo è meglio lasciare la batteria carica fra 40 e il 50%: una batteria inerte ma troppo carica si degrada prima di una che lavora. 

ricarica ev colonnina 2

Una altro fattore che prolunga la durata di una batteria agli ioni di litio è l’utilizzo a temperature miti, diciamo intorno a 25°C sia durante la ricarica sia nell’uso sia durante la guida, una condizione favorita dall’impianto di climatizzazione della batteria stessa. Sappiamo anche che è opportuno limitare le ricariche rapide, soprattutto se la batteria ha un livello di carica basso. 

Si è anche visto che le brevi cariche che avvengono con la frenata rigenerativa in pratica non danneggiano il battery pack. Un risultato inatteso della ricerca è che lasciar ‘riposare’ la batteria per diversi mesi a meno del 50% di carica può farle recuperare un po’ di capacità in un fenomeno ancora non ben compreso.



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Ritratto di Pernoarrugginito
28 novembre 2022 - 19:27
La mia id3 ha la batteria garantita per 8anni/160000km con capacità residua al 70% e da nessuna parte si parla di divieti di riconoscimento della garanzia perché usata in modo improprio.
Ritratto di JC
28 novembre 2022 - 20:02
se usi un qualsiasi prodotto in modo improprio per definizione la garanzia non vale e questo si applica a qualsiasi categoria merceologica, da sempre ed è giusto così. il problema caso mai sta sempre nel definire cosa sia un uso improprio: fare prevalentemente autostrada con una passat "business/dsg" non lo è e infatti alla fine (impiegandoci quasi 2 mesi) hanno sostituito tutto in garanzia (anche perchè era un' auto aziendale e fornita da una nota azienda di NLT) ma comunque un po' all'inizio ci hanno provato (e tra l'altro non è l'unica esperienza negativa) ma il fatto che le batterie soffrano determinate situazioni è noto da ben prima di questo articolo (e vale anche per gli smartphone) e il fatto che non sia esplicitamente "vietato" deriva innanzitutto dal fatto che non si può vietare una carica rapida (che figura ci farebbero ?) così come non si può vietare di portare un motore (che ci arriva) a "6000 rpm" , però non vuol dire che in generale non vi si possano poi appellare,(come farebbe oggi una qualsiasi assicurazione tanto per dire) anche perchè probabilmente la centralina mantiene tracciate tutte queste informazioni. (ricordo ad es. che già dieci anni fa sulle BMW o le nissan GTR veniva tenuto il conto di quanti 0-100 con il launch control facevi e dopo una decina di spari erano cavoli tuoi) solo fra 5 anni forse si potrà dire se effettivamente se le garanzie fornite saranno effettivamente rispettate o anche solo se siano necessarie (perchè alla fine avendo sufficienti statistiche si potrebbe scoprire che in realtà il deterioramento è limitato) però pensare che passando all'elettrico improvvisamente tutti diventino anche onesti mi ricorda tanto quelli che 20 anni fa insistevano che con il "TIDDIAI" più km fai meno spendi .
Ritratto di Andre_a
28 novembre 2022 - 21:53
"ora salta fuori" un bischero, se permetti. Forse non ti sei mai interessato alle EV prima d'ora, ma che sia meglio non caricare al 100%, non scaricare fino allo 0% e limitare la ricarica rapida quanto possibile sono cose che si sanno da almeno un decennio
Ritratto di Er sentenza
28 novembre 2022 - 12:49
L'articolo dice in modo inequivocabile che vanno evitate sia le scariche violente sia le ricariche rapide, in quanto due fattori che rovinano le batterie. Vengono meno, quindi, i due miti del teslaro medio: "vado come un missile"(e scarico alla velocita' della luce) e "ricarico in 10minuti al supercharger di Elon Musk". Non a caso, nel mondo reale le Tesla vanno forte come le Panda a metano, mentre viaggiare veloce sono solo le ditina dei mitomani da forum...lol! Chissà cosa ci provano certe persone a mitizzare 2 tonnellate di plastica, ferraglia e tecnologia cinese uscita da fabbriche lager.
Ritratto di Ivan92
28 novembre 2022 - 13:12
10
@Er sentenza però gli esperti come te certe cose dovrebbero dircele prima, altrimenti ieri non sarei andato sull'autodromo di Monza a fare un turno Track Day andando al massimo per mezz'ora e lasciandomi dietro il 90% delle auto presenti, ricaricare a 250 kW in un lampo ad Arese, fare un altro turno di Track Day e ricaricare di nuovo in un lampo ad Arese a 250 kW. E guarda un po' , la batteria è ancora in perfette condizioni e 92'000 km alle spalle (ed è pure sotto garanzia per altri 100'000 km a differenza del 90% delle auto comuni in vendita).
Ritratto di alveolo
28 novembre 2022 - 14:11
Da qualche parte leggevo che molti non spingono le auto prodotte oltre una certa velocità nonostante tanti cavalli, per evitare stress alla batteria. Ti risulta, eccetto Tesla e pochi altri?
Ritratto di Ivan92
28 novembre 2022 - 19:19
10
Tantissimi costruttori non spingono le proprie auto oltre una certa velocità, la mia auto non elettrica è limitata a 250 km/h pur potendo raggiungere circa i 270-275 km/h avendo 340 cv. Altri costruttori invece ci tengono a mostrare i muscoli delle loro automobili, anche elettriche, prime tra tutti marchi come Bugatti e Koenigsegg, ma anche elettriche. Per esempio la Porsche con la Taycan ha fatto un test di resistenza di 24h macinando ben 3'425 km e viaggiando ad una velocità media tra 195 e i 215 km/h su pista e ricaricando a 350 kW di potenza nelle brevi soste. Anche Tesla, parlando di velocità, ha costruito la Model S Plaid capace di arrivare a 322 km/h. E se facesse un test di resistenza di 24h ne sarei contento. Parlando invece di persone comuni che l'hanno fatto in modo amatoriale, l'utente Bjørn Nyland con la sua Tesla Model 3 Performance (uguale alla mia) ha macinato 2'781 km in 24 ore su strade normali in condizioni normali e caricatori normali (a differenza di Porsche che ha preparato l'evento in ogni dettaglio e in pista). https://www.youtube.com/watch?v=R-2Yj-uVeB0, e questo può essere replicato da tutti, se invece andiamo a vedere quanti km hanno fatto al massimo in 24h gli utenti di AV, scopriremo che il 100% non ha superato i 2'781 km in 24h, pur avendo auto che si ricaricano "in 5 minuti".
Ritratto di Comparsa
28 novembre 2022 - 15:03
@ErSentenza: a dire il vero gli esperti ci tengono a ribadire che il danno alla chimica delle celle non è procurato dalle forti correnti di ricarica, quanto dal calore che si realizza giocoforza con alte tensioni e amperaggi. Un'efficiente sistema di raffreddamento/riscaldamento preserva la batteria allo stesso modo delle ricariche a basso amperaggio e monofase (lo sai che ti voglio bene, vero? :-D).
Ritratto di JC
28 novembre 2022 - 20:08
corretto, si tratta solo di capire quanti quintali aggiungerebbe un "efficiente sistema di raffreddamento/riscaldamento per preservare la batteria"...e anche quanti KWH in più consumerebbe :-) in realtà come tutte le tecnologie necessita innanzitutto solo di tempo per essere affinata
Ritratto di pippero-bis
28 novembre 2022 - 12:50
in primis un complimento per aver portato un buon articolo, soprattutto pensando che "al volante" non e' proprio quello che io reputo "alta qualità" fra odi ai furgoni manco fossero delle lotus elise e altre amenità. Spero che sia segno di un grande miglioramento Rimane il fatto che l'eta' aumenta la R interna (che poi e' il famoso R*I2 di perdite) Questo vuol dire che una batteria vecchia non solo ha una durata inferiore, ma anche un EFFICIENZA inferiore e un aumento di probabilita' di valanga termica.

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