Freni a tamburo: come funzionano e perché si usano ancora

Freni
Pubblicato 25 novembre 2025

Nati prima dei moderni freni a disco, i freni a tamburo continuano a equipaggiare molte auto. Ecco come lavorano, in cosa differiscono dai dischi e quali vantaggi (e limiti) offrono ancora oggi.

freni a tamburo

TUTTO NEL TAMBURO

Il principio dei freni a tamburo è semplice ma efficace: all’interno di un tamburo metallico, collegato alla ruota, si trovano due ganasce rivestite di materiale d’attrito. Quando il conducente preme il pedale del freno, la pressione idraulica spinge le ganasce contro la parete interna del tamburo, generando un attrito che rallenta la rotazione della ruota e quindi l’auto. Al rilascio del pedale, le molle riportano le ganasce alla loro posizione di riposo. È un sistema “chiuso”, nel senso che tutto avviene all’interno del tamburo stesso: una soluzione compatta, economica e piuttosto duratura, anche se non priva di compromessi.

freni a tamburo 2

COSTANO MENO

Rispetto ai freni a disco, quelli a tamburo sono più semplici e meno costosi da produrre. Nei dischi, le pastiglie mordono un disco metallico esposto all’aria, che si raffredda rapidamente: questo garantisce una frenata più pronta e costante, anche dopo un uso intenso. Nei tamburi, invece, il calore rimane più “intrappolato” all’interno, e con l’aumentare della temperatura le prestazioni possono calare (è il cosiddetto “fading”). Tuttavia, per le ruote posteriori di molte utilitarie, dove la potenza frenante richiesta è minore, il tamburo resta più che sufficiente. È anche più facile da integrare con il freno a mano meccanico, un vantaggio pratico per contenere costi e complessità.

freno tamburo

MINORE MANUTENZIONE

Il tamburo non ha solo il pregio del prezzo: è un sistema che richiede poca manutenzione, le ganasce si consumano lentamente e il tutto resta protetto da polvere e sporcizia. In marcia, questo si traduce in un funzionamento silenzioso e regolare. Inoltre, nei veicoli elettrici e ibridi, dove il recupero dell’energia in frenata riduce l’usura dei freni, i tamburi posteriori stanno tornando popolari: durano a lungo e non si ossidano facilmente, problema tipico dei dischi poco usati.

Foto: Akebono



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Ritratto di Gordo88
26 novembre 2025 - 18:52
1
See a liquido costerebbero più di un buon autoventilante.. per il particolato ci sono pastiglie che ne emettono meno ( tipo quelle ceramiche)
Ritratto di pokemon64
2 dicembre 2025 - 13:25
3
In effetti io uso pastiglie ceramiche su una delle auto e la polvere sui cerchi è praticamente nulla, hanno anche meno/nullo fading quando si devono "pinzare" di brutto per magari un paio d'ore. Da fredde hanno leggermente meno mordente a mio parere, ma basta saperlo e dopo un paio di pinzate sono belle reattive
Ritratto di BZ808
27 novembre 2025 - 07:52
Miti dove sei!?!
Ritratto di Mbutu
27 novembre 2025 - 10:05
Sinceramente i tamburi, specialmente si certe auto, li ho sempre trovati una "poverata". Mi sta bene che, specialmente sulle elettriche, siano assolutamente adeguati. Venirmi a dire che sono migliori perchè non si ossidano, anche no. D'accordo che le bev usano meno i freni ma sfido chiunque ad usarli così poco da ossidarli; in quel caso non è perchè usi la frenata rigenerativa, è perchè non usi l'auto.
Ritratto di pokemon64
2 dicembre 2025 - 13:33
3
Vengono usati perché costano meno, se costassero meno i dischi, tutte le auto avrebbero 4 dischi. Poi bisogna dire che su un utilitaria possono avere anche il loro perché. Io ad esempio sulla skodina dietro ho i tamburi e non ho mai avuto problemi, a parte una volta che se n'è inchiodato uno per usura e ho dovuto cambiare le ganasce a tutti e due. Poi su altre auto che ho avuto anni fa direi che la frenata non è paragonabile ai dischi, si passa dal fading accentuato "all'incollaggio" delle ganasce sul tamburo, con conseguente inchiodata, ma parliamo di 30 anni fa, quando gli unici adas erano il piede dx e il cervello

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