Nel linguaggio automobilistico moderno, il cambio sequenziale non è quasi mai un cambio a parte: nella maggioranza dei casi si tratta semplicemente di una modalità di gestione manuale dei cambi automatici, robotizzati o con doppia frizione. Grazie a ciò il guidatore può selezionare la marcia desiderata con comandi manuali, come leve al volante o spinte sulla leva centrale, senza dover coordinare pedale della frizione e movimento meccanico. È un sistema nato nelle competizioni motociclistiche e automobilistiche, dove rapidità e precisione nei passaggi di marcia sono fondamentali, e che poi si è diffuso sulle auto stradali grazie alla sua immediatezza d’uso.
Il cambio resta completamente automatico nella sua struttura interna, ma la centralina smette di decidere da sola quando passare alla marcia successiva. È il guidatore a impartire il comando, spingendo la leva in avanti o indietro, oppure tirando una delle due palette dietro al volante: una richiama la marcia superiore, l’altra quella inferiore. Il sistema elettronico interviene comunque per evitare errori che potrebbero danneggiare la meccanica, per esempio impedendo una scalata troppo brusca o un cambio marcia a regime fuori limite.
Questo permette di avere un controllo più diretto sul motore pur mantenendo la sicurezza e la fluidità tipiche degli automatici. Una volta inserita la modalità sequenziale - di solito spostando la leva in una posizione dedicata o toccando le palette - si può decidere liberamente quando salire o scendere di marcia. Per aumentare il rapporto si tira la paletta destra o si muove la leva (in avanti o indietro in base al marchio dell’auto), mentre per scalare basta l’azione opposta. L’operazione è fulminea e non richiede di modulare alcun pedale, perché tutta la gestione dell’innesto resta in mano al cambio stesso.
È un sistema particolarmente utile nei tratti tortuosi, dove si vuole mantenere una marcia precisa per sfruttare meglio la coppia, o nelle situazioni in cui si desidera anticipare o ritardare il passaggio automatico per adattarlo al proprio stile di guida.
Il sequenziale convince perché da un lato offre la comodità dell’automatico, che gestisce tutto in autonomia quando lo si desidera, mentre dall’altro consente di intervenire manualmente per rendere la guida più dinamica o semplicemente più personale. Non ha la fisicità di un cambio manuale tradizionale, né pretende la stessa precisione meccanica, ma dà un senso di partecipazione che molti automobilisti continuano ad apprezzare. In più, grazie ai controlli elettronici, è difficile commettere errori e l’esperienza resta accessibile anche a chi non ha dimestichezza con la frizione.