Dai tubi di scappamento escono principalmente anidride carbonica, azoto, acqua (sotto forma di vapore), ossidi di azoto, monossidi di carbonio e idrocarburi incombusti (gli ultimi due risultanti da una combustione incompleta). Grazie anche agli attuali sistemi di post-trattamento dei gas di scarico come i convertitori catalitici e i filtri antiparticolato, le concentrazioni nocive sono state molto ridotte, tanto da rendere i fumi di scarico della auto a combustione moderne difficilmente visibili a occhio nudo. Per questo se vediamo del fumo uscire dagli scarichi della nostra vettura potrebbe non essere un segnale positivo. E in base al colore di questo fumo è possibile fare una prima diagnosi.
Il fumo bluastro che esce dallo scarico indica che una certa quantità di olio necessario per la lubrificazione viene bruciato nei cilindri. Se ciò era normale nei motori a due tempi, in quelli a quattro tempi (quindi quelli di quasi tutte le auto degli ultimi 50 anni) è del tutto indesiderato in quanto le camere di combustione sono sigillate contro l’ingresso di olio. In passato il problema era più frequente, oggi è molto più raro grazie ai moderni materiali temperati, in grado di resistere maggiormente all’usura: se si verifica è un segno che il motore è stato maltratto e soprattutto non adeguatamente mantenuto con cambi olio regolari.
Un caso particolare è il denso fumo blu prodotto da motori dotati di turbocompressore, che è collegato al circuito dell’olio del motore. In caso di guasto del turbo, il cuscinetto della turbina viene solitamente distrutto e, in casi limite, avviene l’ingresso di grandi quantità di olio nel condotto di aspirazione, provocando gravi danni e richiedendo un intervento immediato in officina.
Nei motori diesel, il fumo nero è dovuto alla quantità di carburante che non riesce a essere completamente bruciata durante la combustione. Con gli anni, le iniezioni di gasolio sono diventate sempre più controllabili per adattarsi alla perfezione con la quantità di aria aspirata, portando a diminuire la quantità di fumo prodotto. Ciò che rimane viene raccolto dal filtro antiparticolato. Per questo se un motore diesel moderne emette ancora del fumo nero è il sintomo di un problema nella formazione della miscela. Le cause potrebbero essere diverse, per esempio un filtro dell’aria completamente ostruito, ma a lungo termine porta a saturare il filtro antiparticolato e per questo il problema deve essere risolto immediatamente.
Oggi questo problema interessa anche i motori a benzina, che utilizzano principalmente l’iniezione diretta: anche qui può esserci un eccesso di carburante nella camera di combustione che si traduce nella formazione del fumo nero. Un caso particolare si ha quando un danno al turbocompressore causa l’ingresso di olio nel condotto di aspirazione. In questo caso di verifica un fenomeno estremamente pericoloso nei motori diesel: l’olio che fuoriesce viene aspirato nel motore e bruciato, facendo aumentare in modo incontrollato il regime di rotazione e aspirando sempre più olio; la reazione a catena provoca una violenta esplosione se il motore non viene spento in tempo.
Capita molto spesso durante i mesi invernali che dal tubo di scarico fuoriesca una nuvola incolore, in particolare con la vettura appena avviata o nel traffico cittadino. Si tratta di un fenomeno del tutto normale e non preoccupante per la salute del motore. È infatti unicamente l’acqua che evapora. L’acqua entra nelle camere di combustione per l’umidità presente nell’aria e, se l’aria è molto fredda, evapora senza causare danni. L’effetto è ancora più evidente quando evapora la condensa che si forma direttamente nel sistema di scarico, quando questo si raffredda completamente durante la notte. L’effetto sparisce quando tutto il sistema raggiunge la temperatura ideale di esercizio.
Se ciò non succede allora è un tipo di acqua che non dovrebbe essere nella camera di combustione, cioè il liquido di raffreddamento. Può succedere quando la guarnizione della testata è difettosa. La guarnizione sigilla la testata al blocco motore: ha un foro per ogni cilindro, ma anche i canali dell’olio e del liquido di raffreddamento. Anche piccoli problemi, come temperature di combustione troppo alte o una leggera deformazione della testata, potrebbero bastare per causare una miscelazione indesiderata di aria, liquido di raffreddamento e olio. Il liquido di raffreddamento che finisce nella camera di combustione evapora e produce fumo bianco, sempre più evidente in base alla gravità del danno. Se quindi il fumo bianco persiste è meglio recarsi in officina per un sospetto problema alla guarnizione della testata.
L’uscita di un fumo grigio-bianco e con un odore tutt’altro che piacevole non deve destare preoccupazioni. È infatti qualcosa del tutto normale e segnala che il filtro antiparticolato si sta rigenerando in modo controllato. Questo genere di filtri hanno una struttura a nido d’ape con un rivestimento metallico, che serve a filtrare i residui grossolani della combustione. Quindi dopo un po’ il filtro si satura, il software del motore se ne accorge e regola la quantità di aria e di iniezione al momento giusto per creare una miscela particolarmente magra (quindi con più aria che carburante) e produrre deliberatamente gas di scarico molto caldi che bruciano le particelle nel filtro. Se ci si accorge che il processo rigenerativo è in corso bisogna evitare per quanto possibile di spegnere il motore, per non causare un elevato stress termico.









