LOTTA PER LA VITA - La notizia, anche se arriva dalla lontanissima Australia, ha fatto rumore nel mondo dell’auto: 38 dei 55 concessionari australiani della Mercedes hanno promosso una maxi causa contro la Casa perché il modello di agenzia metterebbe a repentaglio i loro guadagni e i rapporti con i clienti, faticosamente costruiti in decenni di attività. ABC riporta infatti che i dealer stanno combattendo una "lotta per la vita" e chiedono alla Mercedes un risarcimento di 650 milioni di dollari australiani (circa 464 milioni di euro) in una causa indicata come una delle più i più importanti nel settore del franchising. Abbiamo già parlato delle differenze fra lo schema di vendita in concessione e quello di agenzia e di come diversi costruttori stiano implementando quello di agenzia mentre altri non sono ancora su questa strada (qui per saperne di più).
PERDITA DI POTERE - Detto in estrema sintesi: il concessionario acquista dal costruttore le auto e poi le rivende ai clienti, quindi il rapporto contrattuale è tra il dealer e il cliente. Secondo il modello di agenzia Mercedes, entrato in vigore a gennaio in Australia, il produttore mantiene invece la proprietà delle auto mentre i concessionari diventano agenti che vendono auto a prezzo fisso per una commissione fissa. Questa modalità ha anche lo scopo di uniformare la vendita fisica con quella online, che ha prezzi “in chiaro” subito evidenti. Il modello di agenzia toglie molto potere ai concessionari, che si lamentano anche dell’impoverimento della relazione con i clienti: molto del valore aggiunto di un rapporto consolidato, che può durare anche per decenni, secondo i concessionari viene perso proprio perché l’agente ha molto meno potere decisionale. Le Case dicono che un agente ha molti meno costi rispetto al concessionario e quindi anche se la commissione è minore il profitto rimane inalterato, come dichiarato da Maria Grazia Davino, direttore vendite di Stellantis per l’Europa (qui la notizia).
ACCUSE PESANTI - I venditori che hanno promosso la maxi-causa contro Mercedes sostengono che la Casa abbia iniziato a pensare segretamente al modello di agenzia già nel 2016. Questo progetto sarebbe poi stato sottoposto a consultazioni di facciata con i concessionari e portato avanti, nonostante la maggior parte dei dealer australiani fosse contraria, fino a diventare operativo all’inizio di quest’anno. I promotori della causa sostengono che Mercedes, nel tentativo di appropriarsi dei profitti dei rivenditori, abbia violato la legge australiana sui diritti dei consumatori con una condotta eccessiva, oltre a violare le disposizioni del codice del franchising. Secondo James Voortman, amministratore delegato dell'Australian Automotive Dealer Association, il corposo risarcimento richiesto a Mercedes “tiene conto di tutti i milioni di dollari di investimenti che sono stati destinati alle strutture, alle attrezzature e agli sforzi che la buona volontà dei concessionari che hanno attirato i clienti versi i prodotti Mercedes. Questi imprenditori, che siano grandi realtà regionali o concessionari cittadini, rappresentano aziende australiane e stanno combattendo per la loro vita contro una grande multinazionale”.
LEGGI AD HOC E I “PORCELLINI” - Nel 2021 General Motors aveva deciso di eliminare il suo marchio australiano Holden, spingendo così il Senato a iniziare un’inchiesta che ha rilevato uno squilibrio dei poteri fra i concessionarie e i produttori. L'indagine ha anche riguardato il trattamento che Honda ha usato verso i concessionari quando è passata al modello di agenzia con prezzi fissi. A seguito di queste indagini sono avvenute modifiche legislative che hanno raddoppiato le multe per violazioni del codice del franchising e aggiunto altre tutele per i concessionari di automobili, fra le quali un equo e ragionevole compenso per gli affiliati in caso di risoluzione anticipata. Questa maxi-causa potrebbe essere quindi un importante banco prova per queste nuove leggi, senza le quali forse la causa sarebbe stata meno alluvionale. Ricordiamo che marzo 2019 Deloitte aveva simulato l'effetto del passaggio al modello di agenzia per rivenditori, rilevando, fra le altre cose, una perdita del 50% dei profitti rispetto al modello di concessionaria. Una cifra inquietante anche se in 3 anni le cose potrebbero essere molto cambiate, limitando queste perdite con business models su misura per i concessionari automobilistici. Chiudiamo con un segnale dell’asprezza della causa: secondo Automotive News i funzionari di Mercedes Australia avrebbero definito i concessionari "porcellini" nelle comunicazioni interne. Questa è una delle prove portate in aula all’inizio del processo per la maxi-causa milionaria dei 38 concessionari. Un avvocato ha affermato che i concessionari sono stati quindi bullizzati e minacciati dalla Casa quando è passata al modello di agenzia. Un legale di Mercedes ha eccepito sull’uso che i concessionari vogliono fare di questi documenti interni, che la casa automobilistica definisce riservati ma il giudice della Corte federale Jonathan Beach ha autorizzato l'uso di queste comunicazioni: ne vedremo delle belle...