I modelli a gasolio stanno diventando sempre più rari, per effetto di normative anti-emissioni inquinanti assai severe che si possono soddisfare solo adottando tecnologie complesse e costose (con ricadute sul prezzo dell’auto). Tuttavia, le diesel rappresentano ancora la soluzione ideale dal punto di vista economico e pratico per chi macina tanti chilometri ogni giorno, soprattutto in autostrada. Solo la Mercedes, poi, ha fatto una scelta per cercare di abbinare i vantaggi del diesel (bassi consumi e lunga autonomia) a quelli dell’ibrido plug-in (la possibilità di percorrere fino a oltre 100 km in elettrico dopo aver collegato l’auto a una presa elettrica, da quella domestica fino alle colonnine pubbliche). Le ibride ricaricabili, sia a gasolio sia a benzina, sono auto pesanti (le batterie e il motore elettrico gravano parecchio) e costose; ma, da un punto di vista economico, nel caso di un’auto aziendale può esserci un vantaggio.
Con l’entrata in vigore quest’anno delle nuove norme fiscali, che modificano radicalmente la tassazione sulle auto aziendali agendo sulle aliquote dei cosiddetti fringe benefit, è cambiato il meccanismo che ne calcola il valore ai fini fiscali e contributivi. In linea generale, le nuove regole penalizzano le ibride non ricaricabili (la cui tassazione è passata dal 30 al 50%) in favore proprio delle plug-in (dal 25 al 20%) e delle elettriche (dal 25 al 10%). Questo fatto, unito a un costo chilometrico minore se si usa la corrente della rete (ma solo ricaricando a casa o in azienda, perché alle colonnine il vantaggio svanisce) e al buon consumo quando si va a gasolio, favorisce le plug-in diesel. Qui sotto tre simulazioni elaborate dalla Mercedes, in cui si evidenza il vantaggio economico nei confronti dello stesso modello ma plug-in a benzina o ibrido leggero a gasolio: con un contratto di noleggio a lungo termine di tre anni, si va dal 5% al 30% di risparmio.
Su 19 modelli plug-in della casa tedesca, dalle compatte alle suv, passando per berline, wagon, coupé e sportive, sono nove quelli ricaricabili a gasolio che consentono autonomie dichiarate in elettrico fino a 129 km. Una gamma che, per i responsabili della filiale italiana, ha le carte in regola per trovare sempre più consensi tra la clientela business del nostro Paese, proprio per via della nuova normativa fiscale. “Nonostante il mercato delle plug-in in Italia non sia particolarmente brillante - dice Christian Catini, responsabile flotte di Mercedes-Benz Italia - per noi nel 2024 ha rappresentato il 18% sul totale del noleggio a lungo termine.
Una tendenza che prosegue ancora più decisa nel 2025. Nel primo trimestre siamo al 23,3% e contiamo di chiudere il 2025 al 35%, grazie soprattutto alla crescente attenzione che i fleet manager hanno rivolto alla nostra gamma diesel plug-in e ai conseguenti vantaggi. Solo la Mercedes-Benz può offrire ai propri clienti questa tecnologia, disponibile su quattro modelli chiave per le flotte: Classe C, Classe E, GLC e GLE, queste ultime sia suv sia coupé. L'80% dei clienti che scelgono una plug-in propendono per una diesel anziché una a benzina.”