Fin dalla sua introduzione, nel 2012, il motore Ford EcoBoost 1.0 si è imposto all’attenzione del mondo automobilistico, diventando un vero best seller sul mercato europeo. Un propulsore compatto, con soli tre cilindri, 1.000 cc di cilindrata, capace di erogare potenze paragonabili a unità di cilindrata superiore, promettendo al contempo consumi ed emissioni contenuti. Le sue innovazioni tecniche e le prestazioni brillanti gli sono valse numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso titolo di “International Engine of the Year” per più anni consecutivi.
Il successo dell’EcoBoost 1.0 si fonda su una serie di soluzioni tecniche all’avanguardia per l’epoca del suo debutto. Tra le principali caratteristiche si annoverano:

La sua versatilità ha permesso alla Ford di montare l’EcoBoost 1.0 su una gran quantità di modelli (e anche questo è un segreto della sua ampia diffusione), dalle più piccole citycar fino a veicoli commerciali compatti. Questa la lista dei veicoli su cui si può trovare nelle sue varie versioni (non tutte sono state vendute ufficialmente in Italia):
Nonostante i tanti pregi e i riconoscimenti, nel corso degli anni sono emerse alcune criticità che hanno interessato una parte dei motori EcoBoost 1.0, generando preoccupazione tra i proprietari e dibattito nel settore.

Preso atto dei problemi la Ford ha lavorato per risolvere i problemi derivanti dall’utilizzo della cinghia a bagno d’olio, sostituendo la cinghia con una catena a partire dal 2018. L’aggiornamento però non ha interessato tutti i motori, ma solo alcuni di essi. Come regola generale si può dire che tutti gli EcoBoost 1.0 costruiti prima del 2018 hanno la distribuzione a cinghia, mentre tutti quelli con tecnologia ibrida leggera hanno la catena. Andando nel dettaglio e prendendo in considerazione i modelli più diffusi in Italia a partire dal 2017 (Fiesta, Focus, EcoSport e Puma), ecco i codici motore e la relativa tipologia di distribuzione (per trovare il codice motore della propria vettura si deve consultare la voce P.5 sul libretto di circolazione).
Sulla Fiesta prodotta a partire dal 2017 tutti i motori inizialmente utilizzati hanno la cinghia a bagno d’olio. Parliamo dei motori con codice SFJE (100 CV), M1JL e M1JM (125 CV), YYJE (140 CV). Con la Fiesta prodotta a partire dal 2019 le cose cambiano e la catena viene montata sui motori con codice B7JA (125 CV), M0JB (95 CV), ma non sui motori da 100 CV con codice SFJN e SFJP, che continuano ad avere la cinghia. A partire dal 2022, tutte le Fiesta prodotte hanno motori mild hybrid: si riconoscono per i codici B7JB Hybrid (125 CV) e BZJA Hybrid (155 CV).
Le Focus prodotte prima del 2017 hanno tutti motori con distribuzione a cinghia (con codici motore che iniziano con la sigla M1). Il nuovo modello, prodotto a partire dal 2018, ha invece tutti propulsori con motori a catena, a partire dal B7DA (125 CV) e anche tutte le ibride leggere: l’unica eccezione è il motore B3DA (100 CV), che invece ha ancora la cinghia di distribuzione a bagno d’olio.
In commercio dal 2020, la Ford Puma monta gli stessi motori della Ford Fiesta, utilizzando solamente unità con la distribuzione a catena con gli stessi codici motore: M0JA (95 CV), B7JA (125 CV), B7JB Hybrid (125 CV) e BZJA Hybrid (155 CV).
Infine la Ford EcoSport, prodotta dal 2017 al 2024: tutti gli EcoBoost 1.0 disponibili su questo modello hanno sempre la cinghia di distribuzione a bagno d’olio: nessun motore è stato aggiornato con la catena.

Naturalmente non tutti i motori EcoBoost 1.0 con la distribuzione a cinghia hanno manifestato questi problemi, soprattutto quelli appartenenti a proprietari che hanno seguito con attenzione i piani di manutenzione e utilizzato ricambi conformi alle specifiche del costruttore. L’acquisto di una vettura usata con questo tipo di motore non è da scartare a priori, ma bisogna verificare con attenzione che la manutenzione sia stata svolta seguendo il piano ufficiale (con cambi d’olio regolari e utilizzando lubrificanti corretti), che su auto con oltre 100.000 km la cinghia sia già stata sostituita o almeno ispezionata e che in presenza di un richiamo ufficiale l’esemplare sia stato sistemato. Come abbiamo visto, sulla maggior parte dei motori più recenti il problema è stato risolto sostituendo la cinghia con la catena. Rimane il problema della cinghia della pompa dell’olio, presente anche sui propulsori aggiornati, ma questa è una fonte decisamente meno frequenti di guasti.
Per risolvere le criticità di cui sopra il mondo dei ricambi ha sviluppato delle soluzioni. Si tratta di kit aftermarket che consentono di sostituire la cinghia con una catena: i prezzi variano da un centinaio di euro a oltre 400 euro ai quali va aggiunto il lavoro di un meccanico professionista per l'installazione.
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