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Fiat E-Scudo: tante frecce al suo arco

Pubblicato 15 aprile 2022

Assetto piatto e buona maneggevolezza rendono piacevole la guida, complici anche il brio e la reattività del motore elettrico da 100 kW. Autonomia da 230 a 330 km a seconda delle versioni.

Fiat E-Scudo: tante frecce al suo arco

HA TANTI PARENTI - Dopo il Ducato elettrico, ecco lo Scudo elettrico, che altro non è che la variante italiana di un prodotto basato sulla piattaforma Stellantis EMP2 nata sulla Citroën C4 Picasso di seconda generazione (oggi C4 Spacetourer) e poi ampiamente utilizzata su vetture e veicoli commerciali (anche il Berlingo-Partner-Rifter-Combo di “area PSA”). Con il Fiat E-Scudo la Fiat Professional raddoppia così la propria offerta nel settore dei van a emissioni zero inserendosi nel comparto dei furgoni con capacità di carico da 4,6 a 6,6 metri cubi e portata da 10 a 12 quintali. Rispetto ai parenti stretti di origine francese il nuovo Fiat Scudo si distingue da loro per l’inedito frontale dalla forte personalità, in cui spicca il marchio Fiat a lettere cubitali sulla calandra principale e le sigle di identificazione sulla porta posteriore a due battenti simmetrici, oltre alla scritta Fiat su fondo rosso al centro del volante.

MOLTO SILENZIOSO - Su strada il nuovo Fiat E-Scudo, che si affianca alle versioni turbodiesel del nuovo mezzo da lavoro del Lingotto, convince soprattutto per la silenziosità assoluta e per l’ottimo comportamento stradale improntato alla massima stabilità e alle minime oscillazioni in curva, in accelerazione e in frenata. La presenza del pacco batterie (qui nella variante da 75 kWh) sotto il piano di carico, dunque quasi rasoterra e all’interno dell’interasse, regala infatti all’E-Scudo una virtuale assenza di rollio e beccheggio ma anche e soprattutto un’eccellente stabilità, dovuta proprio al baricentro basso. 

CON IL CARICO TUTTO OK - Una sensazione che ha trovato un’ulteriore amplificazione nella guida del Fiat E-Scudo su percorsi extraurbani ricchi di curve per effetto della zavorra presente nel vano di carico, ben fissata e collocata al centro della zona merci per la migliore distribuzione dei pesi possibile. Buona la modulabilità dei freni, che concorrono, con i rallentamenti e con le fasi di rilascio, anche alla rigenerazione della carica della batteria. Siamo partiti con 312 km indicati dall’apposito strumento (il Costruttore dichiara fino a 329 km di percorrenza utile con una carica al 100%) e abbiamo riscontrato una certa veridicità del dato ufficiale, pur tenendo conto dei tratti autostradali affrontati a 130 km/h e dell’impiego indiscriminato del climatizzatore (la giornata era più estiva che primaverile) con ventilatore a massima potenza, due fattori penalizzanti per qualsiasi veicolo elettrico e capaci di aumentare anche del 50% il fabbisogno di energia elettrica. 

LA RICARICA - D’altra parte, va segnalato che il comfort termico del Fiat E-Scudo è ammirevole: il riscaldamento dell’abitacolo avviene in tempi molto più brevi rispetto alla versione diesel, che deve attendere il raggiungimento della temperatura d’esercizio del motore. Si tratta di un vantaggio da non trascurare, specie per chi opera in zona fredde. Per quanto concerne i tempi di ricarica, premesso che la novità elettrica di Fiat Professional è dotata di doppio caricatore, per corrente alternata da 7,4 kW e per corrente continua da 100 kW. In quest’ultima modalità si arriva all’80% della carica massima, partendo da un 10% residuo, in soli 45 minuti, praticamente la pausa pranzo di qualsiasi autista che deve solo trovare una colonnina fast-charge a sua disposizione. In questo, l’altezza di soli 189 cm rappresenta un bel vantaggio perché consente l’accesso a tutti i parcheggi interrati e ai silos, dove sovente si trova l’infrastruttura di ricarica.

LE DOTAZIONI DI SICUREZZA - Buona la dotazione di sicurezza del Fiat E-Scudo, che comprende due airbag frontali, l’ESP arricchito dal Grip Control che consente di modificare la soglia d’intervento del sistema antipattinamento in base al fondo stradale da percorrere (secco, neve, sabbia, fango) e alcuni assistenti alla guida. Tra questi spiccano il riconoscimento della segnaletica stradale, la commutazione automatica abbaglianti-anabbaglianti e il “Coffee Break Alert”, di fatto un suggeritore di pausa alla guida che si attiva quando appositi sensori rilevano un calo di attenzione dell’autista. A tali equipaggiamenti si aggiungono altre comodità come i sensori pioggia e oscurità che attivano rispettivamente i tergicristalli e i fari (se precedentemente impostati in modalità automatica), i sensori di parcheggio posteriori, i retrovisori ripiegabili elettricamente e sbrinabili e l’head-up display, che permette di leggere le indicazioni rilevanti della strumentazione nel campo visivo sul parabrezza, senza distogliere lo sguardo dalla strada. Il veicolo affidatoci disponeva inoltre di alcune “chicche” estetiche cui quasi certamente i clienti finali dell’E-Scudo decideranno di rinunciare, come la verniciatura metallizzata e i fascioni paracolpi in tinta veicolo, optional che non accrescono certo l’utilità di un mezzo da lavoro come questo.

QUANTO COSTA? - Parlando di prezzi, il Fiat E-Scudo parte da 35.900 euro nella variante L1H1 da 4,6 metri cubi di capacità con batteria da 50 kWh, mentre la versione provata, la Business L2H2 con batteria da 75 kWh costa 41.550 euro. Tra l’allestimento base Business e quello di punta Lounge c’è una differenza di 1500 euro mentre passare dalla batteria da 230 km di autonomia a quella da 330 km implica un investimento supplementare di 5000 euro. La messa strada ammonta a 1050 euro e non è compresa nei prezzi indicati. A titolo di confronto, lo Scudo turbodiesel da 100 CV nel formato L1H1 costa 25.450 euro. Come dire che l’elettrificazione più semplice comporta una spesa supplementare di 10.450 euro.



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Ritratto di giulio 2021
15 aprile 2022 - 09:19
Ecco questo può avere un senso, quello che la nuova Ulysse non ha assolutamente, declinato in semplice veicolo commerciale può vendere, dare il nome Ulysse e sperare nei fasti del passato con sto furgone trasformato in MPV di lusso invece fa capire quanto il marketing Fiat al di fuori degli ottimi veicoli commerciali sia evanescente.
Ritratto di IloveDR
15 aprile 2022 - 09:23
3
col marchio Citroen ha solo le frecce laterali, basta il marchio Fiat per far diventare un ottimo furgone il più migliore del mercato italico... e ve pagane puru!!!
Ritratto di giulio 2021
15 aprile 2022 - 09:28
C'è da considerare che per decenni tutti i commerciali leggeri nascevano da progetti italiani, Fiat, Iveco o OM, e poi declinati con marchi francesi Peugeot, Citroen perfino Talbot, ed era un piccolo orgoglio, ora le cose si sono invertite, non so chi può considerarlo un buon segno.
Ritratto di Francesco Pinzi
15 aprile 2022 - 09:38
Di Escudo ce n'è una sola:)
Ritratto di Gordo88
15 aprile 2022 - 16:01
1
Gran turismo 2 "docet"
Ritratto di Rav
18 aprile 2022 - 11:22
4
Stavo per dire la stessa cosa ahahah
Ritratto di Ercole1994
15 aprile 2022 - 10:06
Nulla di strano, visto che i precedenti Scudo, erano anche essi frutto della Sevel Nord, oggi confluita diretta in Stellantis.
Ritratto di giulio 2021
15 aprile 2022 - 10:14
Non ricordo ora se i primi Scudo erano derivati negli anni 90 dalle ottime Ulysse o viceversa, o niente di tutto ciò.
Ritratto di Gordo88
15 aprile 2022 - 10:50
1
Si condividevano la piattaforma mentre la generazione successiva di ulysse ne aveva una dedicata
Ritratto di Ercole1994
15 aprile 2022 - 18:03
La prima Ulysse, era esattamente ciò che è oggi la terza serie: la versione monovolume dello Scudo, anche se in quel caso, erano leggermente differenziati nella linea.
Ritratto di Rav
18 aprile 2022 - 11:31
4
La differenza è che il primo Ulysse (e derivati) condivideva la piattaforma con Scudo (e derivati), invece oggi sono di fatto le versioni passeggeri dei furgoni. Quelle che non condividevano la piattaforma con veicoli commerciali sono state le seconde serie (Ulysse, Phedra, ecc.) Che in effetti erano le più gradevoli a vedersi. Ma alla fine questi veicoli puntano sulla vivibilità e sfruttabilità, quando vai in vacanza o ne prendi una a nolo all'estero della linea te ne frega il giusto, vuoi starci bene in 6 o 7 con tanti comfort. Il successo del Classe V ne è un chiaro esempio. L'unica cosa che mi lascia perplesso invece è la propulsione elettrica dato che sono vetture che si prendono per farci viaggi o per lavoro, cosa che si sposa poco con la bassa autonomia.
Ritratto di Gordo88
15 aprile 2022 - 10:58
1
10k euro di differenza con al batteria piccola e 15k con quella grande rispetto alla variante diesel, mica male.. poi 1050 euro di messa su strada esattamente per che cosa??
Ritratto di ziobell0
15 aprile 2022 - 11:46
ma 230 km di autonomia è uno scherzo??
Ritratto di Jimgoose
15 aprile 2022 - 15:45
forse nemmeno la rolls costa 1050 euro di messa in strada,me lo vedo l'imbianchino o l'artigiano che impegna 40000 euro x il furgone,hai voglia a pennellare..anzi 41050,un debito
Ritratto di Go Electric
16 aprile 2022 - 11:27
Brava Fiat! Un saluto, Mirtillo!
Ritratto di manuel12
16 aprile 2022 - 12:19
2
lo chiamerei E uno schifo, di Ulysse c'è ne solo uno di sicuro non è questo scatolone elettrico inutile
Ritratto di Illuca
17 aprile 2022 - 14:13
10000€ in più rispetto al gasolio....
Ritratto di Massi VT
19 aprile 2022 - 12:39
1
Almeno 10.000 euro in più rispetto ad una omologa versione diesel - per avere 230 km di autonomia, per giunta: sennò saliamo a QUINDICIMILA, praticamente quasi il doppio. Evidentemente, Stellantis vuole tenerli parcheggiati nei piazzali molto a lungo - se non definitivamente. Che bolla speculativa assurda...