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L’industria automobilistica italiana fra ripartenza e difficoltà

Pubblicato 21 ottobre 2021

L’evento Osservatorio Componentistica Italiana 2021 ha fatto il punto sulla situazione dei produttori di casa nostra: un quadro con luci e ombre e anche qualche sorpresa.

L’industria automobilistica italiana fra ripartenza e difficoltà

IL POLSO DELLA FILIERA ITALIANA - Com’è lo stato di salute dei componentisti italiani, protagonisti spesso oscuri ma importantissimi per la costruzione dei veicoli? A fare una radiografia del settore ci hanno pensato la Camera di Commercio di Torino, l’associazione della filiera automotive Anfia e il Center for Automotive and Mobility Innovation - Cami dell’Università Cà Foscari di Venezia, che hanno sondato 477 aziende. Il quadro che ne esce ha diverse luci e ombre anche qualche sorpresa. Il primo dato è che la domanda delle automobili nel 2021 è scesa del 13% e che il Piemonte rappresenta da solo il 35% dell’automotive italiano. Tutto l’automotive, non solo quello nazionale, è chiamato ad affrontare sfide impegnative quali la trasformazione della mobilita (elettrificazione, guida autonoma, connettività) così come la scarsità che non è più solo dei chip ma riguarda anche le materie prime. Se una merce è rara allora aumenta di prezzo e questo potrebbe portare a inflazione e ad una erosione della ripresa di quest’anno. Ma la carenza riguarda anche le persone: queste trasformazioni implicano competenze evolute e si è rilevato che le aziende hanno difficoltà a trovare persone con le giuste abilità e anche a formare addetti già assunti.

AGGREGARSI CONTRO LE DIFFICOLTÀ - Anche la piccola dimensione delle aziende italiane non aiuta e quindi è necessario che le PMI si aggreghino, eventualmente sotto un “ombrello” di una delle grandi eccellenze italiane dell’automotive. La ricerca ha però trovato anche motivi di ottimismo, come l’azione che si sta compiendo per sensibilizzare il Governo, la creazione di un Polo per la Mobilità sostenibile e la Città Manifattura a Mirafiori, senza dimenticare che proprio a Torino ha sede il Centro nazionale per l’Intelligenza Artificiale legata all’automotive. Anfia ha poi rilevato un altro fattore critico nella Brexit, dato che per esportare nell’importante mercato del Regno Unito ci sono ora lungaggini amministrative anche se, grazie ad accordi specifici, si sono evitato dazi perniciosi. La carenza dei chip ha rallentato o bloccato le linee di montaggio e per questo Anfia ha ridimensionato a 1,5 milioni le stime 2021 per le vendite di auto in Italia, un - 22% rispetto al 2019 nonostante gli incentivi statali si siano rivelati efficaci anche se hanno creato un certo “effetto attesa” perché discontinui. Per fortuna il primo semestre 2021 è stato positivo, per l’indotto, sia per l’export sia per il fatturato anche se dopo marzo la crescita si è attenuata. La chip shortage impatterà ancora a lungo a livello globale, con 5 milioni di veicoli “persi” quest’anno e la previsione di perderne altri 8 nel 2021 e circa 1 nel 2023.

NECESSITÀ DI UNA TRANSIZIONE - Anche se la stangata ha colpito meno la Cina, le stime danno il 2021 con una produzione di automobili a +8% sul 2020, arrivando a circa 85 milioni di auto prodotte: un dato paragonabile a quello del 2013, subito dopo la crisi dei debiti sovrani. Anfia ritiene inoltre che l’ambizioso target europeo Fit for 55 (ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990) sia molto difficile se non irrealistico e quindi invoca una riduzione progressiva, con obiettivi intermedi che seguano anche il cambiamento del mercato e azioni di sostegno per evitare danni economici e occupazionali alla filiera. È stato poi puntualizzato che la componentistica italiana è molto differenziata sul territorio, con l’Emilia-Romagna che concilia la flessibilità con la ricerca e sta seguendo bene la transizione. Il Veneto e la Lombardia esportano per tradizione verso Germania e, anche se in minor misura, verso la Francia. Il Piemonte è molto consolidato, ha eccellenze in vari settori e ha Università molto attive, così come la Toscana che soffre però di più il rischio delocalizzazione. Il Meridione ha pochissime realtà importanti, che dipendono poi troppo Stellantis ma in generale le aziende italiane del settore investono meno in ricerca e sviluppo di quelle estere. Si è anche visto che il Piemonte è allineato con il dato italiano per le aziende legate all’elettrificazione (il 47,5% delle aziende campionate) ma è più legato della media al motore a benzina (75,4% contro il 72,8% italiano) e a quello diesel: 83,9% rispetto alla media italiana del 77,9%. Lo studio ha anche esaminato le conseguenze della nascita di Stellantis, che ha per esempio creato nei componentisti la percezione di un baricentro delle decisioni che si è allontanato e un rischio per possibili cambiamenti nei volumi delle commesse. L’aggregazione che ha dato vita a Stellantis viene però vista anche come un’opportunità, ad esempio per la presenza del Gruppo su molti mercati. 

LE OPPORTUNITÀ PER UN FUTURO MIGLIORE - Si è visto che il legame con l’ex FCA è ancora forte - è presente nel portafoglio clienti del 69% delle imprese (78% per i fornitori piemontesi) - ma è proseguita la contrazione dei ricavi delle commesse del gruppo FCA: 35,4% contro il 36,6% del 2019 e il 37,4% del 2018. Simulando un “effetto Stellantis”, aggiungendo le commesse verso il gruppo PSA, si vede invece un fatturato medio che sale al 41,7%. Per fronteggiare le difficoltà contingenti e quelle della transizione si è ribadito che occorre puntare sull’innovazione tecnologica e produttiva, sposando l’industria 4.0, sulla creazione di nuove competenze e di professionalità, adatte ad un contesto profondamente e velocemente cambiato e spingere per un “sistema di imprese” nel quale ogni realtà possa contribuire con le sue competenze. In effetti lo studio ha rilevato che l’85,7% delle imprese ha al suo interno personale laureato, con una crescita graduale: nel 2016 erano l’81,6%. Al contrario, la percentuale di imprese con risorse umane destinate alle attività di ricerca e sviluppo è scesa dal 72% del 2019 al 70% del 2020 a causa della pandemia. Il 55% delle imprese che hanno partecipato allo studio ha dichiarato di aver preso parte o di voler partecipare a progetti nelle tecnologie connesse ai nuovi trend del settore. Fra queste la maggioranza (il 77,3%) vuole formare risorse interne per acquisire le competenze occorrenti mentre il 58,9% pensa di assumere nuovo personale già in possesso della professionalità necessaria e il 47,3% pensa a collaborazioni o consulenze. Il 59% pensa che occorreranno competenze per gestire la produzione, il 53% pensa all’automazione, il 47% individuerà professionalità per sviluppo di software/applicazioni e il 45% nella ricerca di nuovi prodotti e materiali.

RIPRESA E NUOVI SETTORI - Nonostante i dubbi, la filiera si attende un anno di ripresa: oltre i due terzi delle imprese pensa che il loro fatturato crescerà, il 57,5% ‘vede’ aumenti degli ordinativi, il 56,5% pensa di aumentare le sue esportazioni e il 55% la propria forza lavoro. Si è visto anche una certa considerazione delle nuove tecnologie: al 47,5% già attivo nell’elettrificazione si aggiunge un 29,7% implicato con il Gpl mentre solo l’11,2% conta esclusivamente sui motori diesel. Da segnalare, inoltre, il 6,9% di rispondenti posizionati sulle fuel cells, una quota di gran lunga superiore alla presenza di questi powertrain sul mercato e che si ritiene quindi legato anche agli altri usi di questa tecnologia. Interessante anche il dato della produzione italiana di di vetture elettrificate: era lo 0,1% nel 2019, è salita al 17,2% nel tremendo 2020 mentre per quest’anno si stima un balzo al 39,8%. Basta pensare alle Jeep, con le consolidate ibride plug-in Compass e Renegade e la recente Wrangler e le diffusissime mild hybrid Fiat Panda e 500 e la Lancia Ypsilon per capire da dove vengono questi numeri. Se aggiungiamo le esclusive ibride Maserati Ghibli e Levante e la citycar 500 elettrica capiamo che la transizione produttiva, che implica anche una conversione della filiera, iniziata anni addietro, è già ben consolidata.



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Ritratto di otttoz
21 ottobre 2021 - 21:04
riportare le produzioni in italia,anche con robuste sovvenzioni europee,altrimenti non ci sono soldi per comprare prodotti importati da turchia.cina,oriente, serbia...
Ritratto di - ELAN -
22 ottobre 2021 - 13:00
1
E il lavoro chi lo paga? Normale che se ci sono un miliardo di lavoratori da sfruttare il liberismo porti a produrre colà. E' lo stesso motivo percui nel Belpaese sfruttano le false partite IVA per mascherare i rapporti di insubordinazione, pagando zero tasse e riconoscendo zero diritti ai lavoratori extra CGIL... non c'è bisogno di andare in Cina.
Ritratto di Oronzo Birillo
22 ottobre 2021 - 08:44
Le auto rientrano nella categoria dei beni durevoli da ammortizzare con il tempo rientrando lentamente dell'investimento iniziale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un inversione di tendenza sdoganando l'auto come bene di consumo facendo emergere l'esigenza nell'automobilista di disfarsi dell'auto dopo qualche anno girando sempre con l'auto nuova in un circolo vizioso dove non si smette mai di pagare. Ed oggi si paga a caro prezzo questa politica manageriale volta al suicidio commerciale fatta di finanziamenti, maxi rata finale, Taeg da capogiro, ed auto che causa prezzi impazziti non si vendono se non incentivate. E così trovi che le case vendano tramite il concessionario servizi accessori come l'estensione di garanzia fino a quattro anni ignorando il fatto che se un'auto nei primi quattro anni dovesse presentare problemi tali per cui si renderssero necessari interventi di manutenzione straordinaria confermerebbero l'immaturità di un progetto nato male. Il cliente và fidelizzato fornendo ad esempio un estensione di garanzia dal quarto anno in poi dove l'usura e l'impiego giocheranno a sfavore del mezzo (pura utopia, ovviamente). Ad ogni modo il momento è difficile e viste le previsioni non potrà che peggiorare. Il mercato è in crisi ed è una crisi che ha radici profonde che durano da diversi anni ormai e se tutti non faranno un passo indietro non basteranno più gli incentivi e le uniche auto nuove che vedremo saranno solo quelle invendute in vetrina.
Ritratto di andrea10
22 ottobre 2021 - 10:56
Faccio questo mestiere e non posso che darle ragione. Vero che la vettura dal 4° anno in poi si svaluta parecchio , al contrario dei costi di manutenzione tra cinghia ,ammortizzatori e via dicendo ... Ma il costo del finanziamento con maxi rata è molto alto , buono per chi può permetterselo e quindi gira con vettura sempre fresca e lontano dai problemi. Ma una famiglia non può permettersi una spesa che minimo sfiora i 20.000 € , sempre se di auto in famiglia ne serva una . Inoltre , prevedo che la sua previsione non sia errata , spero di sbagliarmi ovviamente , auspico che la tecnologia possa evolversi al punto di offrire vetture elettriche (vuoi o non vuoi sarà il futuro) ad un costo accessibile , ma la filosofia nostra deve cambiare e non pensarla appunto come bene di consumo ma investimento durevole. Il discorso è troppo complicato e ne implica altri , ma sul discorso della trasformazione a bene di consumo delle vetture è anche colpa nostra , non solo delle case che fanno il loro lavoro cioè cercare di vendere sempre di più. Abbiamo intrapreso questo percorso con i telefoni , poi passati alle Tv intergalattiche e adesso si spinge ancora l'asticella.
Ritratto di Giocatore1
22 ottobre 2021 - 13:48
2
Bel commento Oronzo, sono assolutamente d'accordo
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 21:25
Tutto molto bello, ma siamo sicuri che la soluzione sia tenersi tutti l’auto 15 anni ? Perché si fermerebbe completamente il mercato dell’usato e comunque ridurrebbe la richiesta di produzione e il relativo indotto.
Ritratto di Oronzo Birillo
23 ottobre 2021 - 11:01
La soluzione la trovi nell'ultimo capoverso che ho scritto. Cordialità.
Ritratto di Flynn
23 ottobre 2021 - 13:47
Bah … trovo curiose queste critiche sul consumismo da chi se ne dice disinteressato. Avete l’Phone di ultima generazione non è un obbligo, è una scelta. Avere la TV da 65” non è un obbligo, è una scelta. Allo stesso modo cambiare l’auto ogni 4 anni è una scelta non un obbligo. E comunque cambiarla anche dopo 8 anni non cambia nulla
Ritratto di Oronzo Birillo
23 ottobre 2021 - 14:30
La critica è ben altra cosa. Se rilegge con attenzione ciò che ho scritto converrà che trattasi di analisi; nulla più. Concordo con lei che ognuno di noi vive sulla base delle proprie risorse economiche. Cordialità.
Ritratto di adry60
24 ottobre 2021 - 19:43
se permetti, il peso del settore viene pagato da tutti i contribuenti, se la sostanza viene fatta pagare a coloro che ottusamente non capiscono l'importanza di finanziare le produzioni locali ecco che il sistema non ha modo di esistere. forza Draghi inizia a togliere il 20% ai pensionati che non hanno un auto made in italy ed il 30% allo stipendio del dipendente pubblico. se hai obiettori non dare risposte digli solo che Kogliolandia è finita
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 19:46
Avanti popolo ...
Ritratto di Cancello92
22 ottobre 2021 - 11:10
Basterebbe mettere delle protezioni alla concorrenza sleale straniere ma non si può perchè "è contro la globalizzazione e il progresso" e allora moriamo di fame
Ritratto di Oxygenerator
22 ottobre 2021 - 11:26
E quali sarebbero queste concorrenti straniere sleali? Ormai in europa c’è Stellantis e Volks.
Ritratto di GinoMo
22 ottobre 2021 - 11:50
i cinesi stanno puntando forte sulle auto elettriche, se non si fa niente faranno come con i telefoni, diventeranno i principali produttori al mondo
Ritratto di Oxygenerator
22 ottobre 2021 - 11:59
E allora puntiamoci forte anche noi. Però non è concorrenza sleale, se le nostre multinazionali demandano la costruzione dei nostri prodotti alla Cina. La responsabilità è di chi sceglie di costruire la. Cioè dei nostri ‘manager’…….
Ritratto di giulio 2021
22 ottobre 2021 - 17:10
Ora altro che Fiat Lancia Alfa tristezza, perfino VW ha denunciato o annunciato di non aver mai costruito così poche auto, solo 300.000 auto prodotte in Germania da VAG nel 2021 finora, meno che nel 1958... E ha aggiunto altro che semiconduttori e micro chip e ciop la colpa è che nel mondo il premium e elettrico ormai è cinese e lo sarà soprattutto in futuro, per quello vedono piuttosto fosco, dichiarato da loro stessi...
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 17:27
Premium e cinese nella stessa frase le potevi mettere solamente tu, che non hai minimamente idea di cosa sia un’auto premium.
Ritratto di giulio 2021
22 ottobre 2021 - 17:42
Flynn : ho paura che tu non sappia cosa sia un'auto moderna ecco, Nio, Xpeng o Hongqi solo per citarne 3 (e a me basta pensare che costano tra i 40 e gli 80.000 Euro) sono quelle che stanno facendo piangere i tedeschi, leggiti l'articolo su 4R...
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 18:00
Io ho paura che tu non sappia cosa sia l’immagine e il tempo che impiegheranno a ottenere un minimo di prestogio. Certo se sei norvegese è abituato a vivere in mezzo ai merluzzi puoi pensare che 80.000 li puoi spendere indifferentemente per una China o una Porsche, ma nel resto dell’Europa è un tantino differente
Ritratto di Quello la
24 ottobre 2021 - 11:50
Io la penso come te, caro Flynn, ma temo abbia ragione Giulio. Anche per me una cinese potrà (forse) essere premium tra vent'anni, ma io non sono il mercato e mi rendo conto che comincio a non capirlo più. Mi baso su regole di cinquant'anni fa e valide fino a cinque anni fa. Oggi il mondo è cambiato. Non riconoscerlo (cosa che io fatico a fare) non porta da nessuna parte e anzi è un errore. Anche per me premium è la triade (ad esempio) ma io non sono il mercato.
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 12:17
Caro Quello La, Giulio ha ragione fintanto non fa la pesante disinformazione che sta facendo. È vero,i cinesi stanno incominciano a vendere e incrementeranno le vendite, ma da qui alle fantasiose bugie che si inventa ce ne passa e non poco. E non capisco nemmeno il perché di queste menzogne , forse ha bisogno di protagonismo sul blog per compensare nella vita reale .. bho a volte la mente umana è veramente contorta. Che tu non sia il mercato è vero sino ad un certo punto, in quanto come me ne fai parte. I coreani ci hanno messo 25 anni per avere una buona posizioni sul mercato ed hanno avuto il buon gusto di proporre modelli a noi gradevoli. Vedremo cosa e quanto ci metteranno i cinesi con le brutte copie delle nostre auto …
Ritratto di Oxygenerator
24 ottobre 2021 - 16:02
@ Flynn. Forse Giulio2021 guarda più avanti nel mercato. E considerato che se è vero che i coreani ci han messo 25 anni per raggiungere determinati standard, è anche vero, che attualmente, la svolta elettrica dell’automotive, sia una livella notevole, per tutti i marchi esistenti. Questo potrebbe facilitare la scalata dei marchi cinesi, che sull’elettrico, sembrano più avanti di altri marchi. Ripeto sembrano, Perchè questa è la mia interpretazione degli scritti di Giulio. Io di auto cinesi, ne so una pippaa.
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 17:04
@Oxygenerator: Mercato Norvegese delle Ev di Settembre: primo posto per Tesla (3500 auto ) , ultimo MG (155 auto). E parliamo di MG che comunque è e rimane un marchio inglese. Delle Ching Chang che lui spesso nomina non vi è nemmeno traccia. Capisce che per me le sue teorie, sebbene possano anche essere valide, hanno la stessa valenza delle parole di un buffone di corte. Se ha notato messo davanti all’evidenza dei numeri fa come i polpi e si dà alla macchia...
Ritratto di Oxygenerator
24 ottobre 2021 - 17:21
:-)))))
Ritratto di GinoMo
23 ottobre 2021 - 11:43
facile da dire ma la Cina ha in mano la produzione dell'elettronica, spostare la produzione richiederebbe decenni
Ritratto di Cancello92
25 ottobre 2021 - 14:47
Concorrenza sleale è avere stipendi relativamente bassi, scarsa sicurezza sul lavoro, non rispettare norme per il rispetto dell'ambiente, tassare poco ma poi non dare i servizi essenziali a tutti i cittadini, tutelare le donne e i minori ecc. ovviamente la mia è una valutazione di sistema, ci sono molte e rilevanti eccezioni che però non modificano la sostanza
Ritratto di Oxygenerator
25 ottobre 2021 - 14:59
@ Cancello92 Verissimo. Bisognerebbe dire ai nostri avidissimi manager magnaccioni, di non dare lavoro o perlomeno non accettare compromessi con aziende che non rispettano determinati standard di trattamento lavorativo e qualitativo. Ma gli avidissimi se ne fregano bellamente, e intascano le commissioni, le percentuali, le gabelle, e vanno scodinzolanti a farsi dare due pacche sul kubo e accarezzare il pelo dal loro padrone. Magari, gli arriva pure l’ambitissimo osso.
Ritratto di giulio 2021
25 ottobre 2021 - 17:52
Rispondo a tutti quanti perchè sono il più grande esperto al mondo di cinesi (auto)........ Tutelare : done e bambini, ma perchè credete che nell fabbriche della XiXinping motors lavorano i bambini, e le donne e i lavoratori: bè credo che come record di incidenti sul lavoro l'Iatalia non la batte nessuno, poi sempre a proposito in Slovacchia o Ungheria, quindi anche piuttosto vicino a qua gli operai beccano anche meno che in Cina e in fabbriche VW-Audi e Hyundai ad esempio, poi se credete che i coreani ci abbiano messo 25 anni a raggiungere gli standard automobilistici europei (spero non quelli della Fiat Tipo o della Ypsilon perchè allora sono già raggiunti anche dai centrafricani...) si può essere vero ma allora non avete capito nulla dell'automotive perchè i cinesi competono già adesso con tutti nel settore del lusso - elettrico, cioè la filosofia è completamente diversa, e oltrettutto sono gli europei generalisti ad inseguire i coreani, e gli europei premium seguono nell'elettrico marchi impronunciabili cinesi come inseguono Tesla ormai da un pò.
Ritratto di giulio 2021
22 ottobre 2021 - 19:31
Perchè è un tantino differente quando poi in Italia vanno le Audi-NSU pagate fior fiore di quattrini e nessuno si fila minimanente le Giulia o la Ghibli / Levante... O in Francia dove pochi si filano le DS, lo stesso ben pochi pure in UK si filano le Jaguar oggi (basta guardare i dati), cioè in Paesi con un pochettina di tradizione automobilistica in più della tradizione merluzzistica della Norvegia... forse si salva la Germania però nell'articolo di 4R traspare che comunque in Paesi in pieno boom economico e con boom di motorizzazione anche di lusso (elettrica specificamente) praticamente è AudiNSU VW ad essere in calo a favore di nuovi arrivati: Tesla in testa e cinesi a seguire: lo dicono loro poi...
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 19:53
Ma come ??? Solo ieri diceva che il marchio non ha importante e secondario alla tecnologia e ora fa una filippica sul non acquisto dei marchi italiani ? Capisco che abita sul mare e il vento cambi spesso, ma così è un po’ troppo
Ritratto di giulio 2021
22 ottobre 2021 - 21:48
I norvegesi con la loro ben nota tradizione automobilistica....... Ecco loro acquistano auto di lusso tedesche ovviamente e poi Tesla e cinesi, Jeep mi sembra non sia neppure in vendita da loro per dire, i tedeschi ovviamente tedesche, ma anche spagnole e ceche VAG, francesi, italiani e inglesi non si filano neppure loro i loro marchi di lusso nazionali a parte Ferrari, Bugatti o Rolls però quelle non fanno testo, quindi come i norvegesi possono acquistare cinesi se benestanti (e non poveri ed è quello il punto che sottolineo da anni, le cinesi stanno entrando a gamba tesa nel lusso non nel low cost...) anche noi, i francesi e gli inglesi oltre ad Audi, Mercedes, BMW e Tesla non vediamo nei nostri marchi nazionali una alternativa a queste, anzi l'unica che abbiamo visto come in tutto il mondo è stata Tesla, a sto punto il passaggio a Xpeng o a Nio o a BYD o Hongqi non mi pare così difficile.
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 22:08
Non c’è problema... dunque vendiamo del primo semestre 2021 dei SUV premium, perché di quello parliamo giusto ? Dunque 1a- BMW X5.... 2a.- Mercedes GLE .. 3-Audi ... bene ... ah ecco 24la Maserati Levante.,, uhmm aspetta ma le cinesi ...... Ah ecco la Nio !!!! 33a ( e ultima) la Nio ES8 : auto vendute 2 !!!! 2 auto vendute in tutta Europa in 6 mesi nei premium SUV .!!!! Non so chi legge ma io mi sto ribaltando dal ridere sul divano
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 22:18
Va be facciamo una ricerca meno selettiva, prendiamoci tutti i suvvetti compatti: dunque ... 1a Kuga .. 2a Rav 4.. Tho 21a la Stelvio ... e rullo di tamburi ... con ben 169 auto ecco al 34a posto la fantastica Aiways U5 che supera con non poca soddisfazione la Mahindra, ma ahimè non ce la fa nemmeno a superare la Jeep Cherokee (!!!!! )
Ritratto di Flynn
22 ottobre 2021 - 22:26
Che sciocco è evidente!!! I ricchi sono pochi , infatti solo 2 persone in tutta Europa si sono potuti permettere la Nio ES8 nel 2021 !!! Gli altri barboni (1600 per l’esattezza) si sono dovuti accontentare di un’Aston Martin ...
Ritratto di Turbostar48
24 ottobre 2021 - 20:35
@Giulio, I norvegesi con la loro ben nota tradizione automobilistica.......ahahahaha. I norvegesi non sanno nemmeno distinguere un'auto da una cariola, altro che la loro ben nota tradizione automobilistica. Sei troppo forte Giulio :D
Ritratto di giulio 2021
23 ottobre 2021 - 08:30
Guardavano alla Cina evidendentemente, non all'Europa dove Nio non è ancora venduta, VW stessa notava che non è più come quando vendeva grosse Passat, Audi A6L o Touareg, con l'elettrico la grande partita è tra Tesla e cinesi stessi, loro: VW stanno un pò a guardare.
Ritratto di Flynn
23 ottobre 2021 - 08:42
L’unica certezza è che le cinesi in Europa la comprano 4 disperati. I numeri sono chiari, aldilà della tua fervida immaginazione
Ritratto di giulio 2021
24 ottobre 2021 - 10:49
I 4 disperati stanno in Moldavia, a no nella Transnistria, a no nelle zone più arretrate della Serbia dove si vedono ancora la Yugo e le Zastava, a no sono il sogno dei migranti che poveri loro vengono respinti alla frontiera ungherese da quel cattivone di Orban, a no: sono nelle zone più povere dell'Ucraina ancora devastate dalle carestie volute da Stalin negli anni 30, a no sono i norvegesi e gli olandesi appperòòòòò!! Ma noi abbiamo ancor ale Panda le Ypsilon e le Jeepette nel caso avessimo un auto nuova anzi che dico : futuristica apeeeròòòò!!
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 11:05
Non scomodare le varie Jeeppette. Bastano le sole Panda e Ypsilon vendute in Italia per superare il volume di vendita dell’ intera Norvegia. Questo però perché non lo dici ?
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 11:43
Sopratutto perché non dici la verità su cosa e quanto si vende realmente in Norvegia? L’unica cinese degna di nota MG (che comunque è mascherata da inglese) vende 200-250 auto al mese. Renegade e Jeep in Italia ne fanno 2300-2500. Io non capisco. Ti piace così tanto fare la figura dello scemo del villaggio?
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 11:43
*Renegade e Compass
Ritratto di giulio 2021
24 ottobre 2021 - 12:11
Scemo del villaggio sarà qualcun'altro, comunque mi sembra che sia come confronatare le mediocri VW Jetta vendute in Cina alle maestose Nio Es8 o alle Xpeng P7 o alle Hongqi, cioè ovvio che vendono di più le economicissime Panda o le VW taxi cinesi con tecnologia di 15 anni fa... E poi l'Italia ha 60 milioni di abitanti la Norvegia 5, però ad esempio la piccola Svizzera era considerata un Paese più importante che la Russia ad esempio da Ferrari e Rolls Royce, poi escludendo la ottima 500 bisogna dire che Panda e Ypsilon e jeepette oltre a qua non le vendono, mentre certe superelettriche hanno solo iniziato dalla Norvegia dove credo non siano mai state vendute le nostre utilitarie a parte la 500.
Ritratto di Flynn
24 ottobre 2021 - 12:49
Infatti non ho detto che lo sai ma solo che ci fai la figura. Ma superelettriche cosa in Norvegia che persino Skoda vende il doppio di MG e di quei cassonetti che ti piacciono tanto non c’è traccia.
Ritratto di giulio 2021
25 ottobre 2021 - 17:54
Intendevo che MG vende nei Paesi più ricchi d'Europa e niente nell'Est ad esempio.