UN PANEL DI ESPERTI PER GUARDARE AL FUTURO - L’automotive sta cambiando profondamente e questa mutazione si riflette anche su quello che è lo scopo di tutta l’attività del settore: la commercializzazione del veicolo. Sappiamo bene come i canali di vendita siano anch’essi al centro di un cambiamento che, con i dovuti distinguo, (qui i punti di vista delle varie Case) sembra orientato verso la vendita diretta da parte del costruttore. Un altro tema cruciale, quello del ‘come’ approcciarsi al cliente e vendere, sembra però trasversale ai vari modelli. La società di ricerca e consulenza Deloitte ha riunito un pool di esperti - Michele Crisci, presidente di UNRAE e amministratore delegato di Volvo Car Italia, Alberto Di Tanno, presidente e ammistratore delegato del Gruppo Intergea (attivo nell’automotive, nelle assicurazioni e nell’immobiliare), Marco Santucci, ceo di Jaguar Land Rover, Vincenzo Vavalà, head of sales di Audi Italia e Alberto Viano, presidente di ANIASA e amministratore delegato di LeasePlan - per approfondire la questione.
VERSO IL MODELLO DI AGENZIA - La vendita diretta - la Casa automobilistica vende senza intermediari i suoi prodotti tramite agenti mentre il concessionario acquistava i veicoli per poi venderli a sua volta agli automobilisti - permette una relazione fra i costruttori e i clienti finali ed è certamente una delle tendenze più attuali e significative del settore automotive. Questo modello sarà probabilmente adottato da un numero crescente di case produttrici, ma cosa ci sarà fra produttore e cliente, è ancora oggetto di dibattito. C’è anche chi si chiede perché lo scenario del mercato stia cambiando e perché una certa quota dei clienti sia alla ricerca di qualcosa di diverso rispetto alle vendite tradizionali: è stato fatto, in altre parole, tutto il possibile per accontentare i clienti e ‘difendere’ il valore del marchio? In ogni caso c’è l’esigenza di individuare una sintesi fra questi due modelli contrapposti, ma occorre trovare una formula di business soddisfacente e profittevole per tutti gli attori della catena distributiva. Avvantaggiare eccessivamente una parte a discapito delle altre significherebbe, inevitabilmente, compromettere il valore del marchio e la capacità di mantenere nel tempo una relazione di fiducia con i clienti finali.
LO SCOSSONE DEI NUOVI MARCHI - La visione dei manager che hanno partecipato allo studio “L’evoluzione del settore verso l’agency model” e i recenti dati raccolti, per esempio, nella ricerca Global Automotive Consumer Study 2022 (che ha interessato 26.000 consumatori nei 5 continenti) suggeriscono che - almeno nel breve periodo - la vendita e distribuzione dei veicoli in Italia sarà ancora dominata dal canale fisico e dal ruolo delle concessionarie autorizzate. I dati parlano chiaro: nonostante l’avanzata del digitale e il distanziamento sociale della pandemia, le interazioni dirette e personali restano saldamente maggioritarie nelle preferenze degli italiani. Dallo studio globale si evince infatti che l’83% dei nostri connazionali (questa quota era il 78% nel 2021, quando i brutti ricordi della pandemia erano ancora ben presenti) preferisce acquistare un’automobile presso la concessionaria di fiducia anziché usare modalità parzialmente (13%) o interamente (3%) virtuale; gli indecisi sono soltanto il 2%. L’idea di acquistare un’auto online direttamente dalla Casa si sta però facendo strada, supportata e accelerata sia dai nuovi entrant (Tesla ha sempre agito così), che somigliano più a compagnie hi-tech che a un costruttore tradizionale, sia da una quota di consumatori che domandano un’esperienza d’acquisto più smart e in linea con altri settori sempre più digitalizzati. Lo studio Deloitte ha individuato come i principali driver dell’acquisto online comodità/praticità (43%), rapidità (24%) e semplicità del processo d’acquisto (17%) mentre soltanto il 6% di questi potenziali acquirenti digitali indica la motivazione “evitare la concessionaria”. Il riconoscimento del ruolo del dealer emerge dal fatto che il 56% di chi comprerebbe online lo farebbe comunque attraverso il sito internet della concessionaria autorizzata. Fra le motivazioni di chi non comprerebbe online spicca, con l’80%, la volontà di vedere dal vivo il veicolo; le voci ‘voglio negoziare il prezzo’, ‘preferisco fare un test drive prima di comprare’, ’non mi sento a mio agio a fare un acquisto così importante online’ e ‘voglio una persona reale a chiarire i miei dubbi’ seguono con quote fra il 37% e il 31%.