Le dimensioni sono davvero ragguardevoli, ma la Bentley Flying Spur ha un carattere sportivo; in pratica, è la versione a quattro porte della coupé Continental. La sportività si esplica nelle prestazioni (con i suoi 333 km/h dichiarati, la W12 Speed è la berlina più veloce oggi a listino) e nelle doti di guida (la trazione integrale, il retrotreno sterzante e le sospensioni pneumatiche con barre antirollio elettroniche contrastano con una certa efficacia la massa e gli ingombri). E poi, ci sono le proporzioni: la Flying Spur è relativamente bassa, ha finestrini piccoli (che non aiutano la visibilità) e un profilo filante; lo mettono in risalto le enormi ruote (fino a 22") e dettagli come i fari, lavorati internamente così da assomigliare a dei diamanti, e la luccicante e luminosa "B" alata simbolo del marchio, che sbuca dal cofano anteriore quando si sbloccano le porte. L'abitacolo è quello che ci si può aspettare da una Bentley dei giorni nostri. Morbida pelle, spessa moquette e una miscela di legnami pregiati e inserti in metallo lucido si abbinano armonicamente a componenti moderni. Come il cruscotto digitale di 12,3" e il display centrale (che, optional, può ruotare su se stesso per mostrare tre piccoli strumenti analogici). A spingere un tale bolide con un'energia apparentemente inesauribile sono tre tipi di motore biturbo di derivazione Audi (la casa inglese fa parte del gruppo Volkswagen): un V8 4.0, il 6.0 con 12 cilindri disposti a W (quattro file da tre cilindri ciascuna) e il V6 3.0 dell'ibrida ricaricabile (che promette circa 40 km con una ricarica della batteria). Ottimo il comfort, e non mancano gli aiuti elettronici alla guida; ma fa specie doverne pagare molti a parte (come il cruise control adattativo, il mantenimento in corsia e le telecamere con vista a 360°) quando sono di serie anche in auto che costano un decimo di questa Bentley.