La Honda CR-V è una suv ibrida medio-grande che eccelle per spazio e praticità: comoda anche per cinque adulti, ha le porte ampie e che si aprono quasi a novanta gradi, un bagagliaio dalla buona capienza e molto ben sfruttabile e ampi portaoggetti nell'abitacolo. La plancia è riuscita, con cruscotto digitale e consolle sopraelevata, nella quale trovano posto i tasti per passare dalla marcia in avanti alla "retro" e viceversa. Le finiture sono curate negli assemblaggi e nei materiali e i sedili comodi e ben realizzati. Il sistema multimediale con schermo di 9” è a sbalzo e reattivo: offre ciò che serve davvero, compresi Apple CarPlay e Android Auto wireless, ma non eccelle né per funzioni né per qualità della grafica. Di serie il cruscotto digitale, che però è poco configurabile ed è anche l'unica interfaccia per gestire molti degli aiuti alla guida: scomodo. Agilità e tenuta di strada della CR-V sono di buon livello, come pure l'assorbimento delle asperità della strada.
La Honda CR-V è offerta sia in versione full hybrid (anche 4x4, con albero di trasmissione che porta il moto alle ruote posteriori) sia plug-in (che, a differenza del solito, ha un baule un po' più ampio rispetto alla "full" poiché la batteria sta sotto il divano anziché sotto il piano di carico). In entrambe le versioni, a spingere è quasi sempre il motore elettrico da 184 CV, mentre il 2.0 a quattro cilindri da 148 CV aziona il generatore che produce corrente: solo a velocità costante e a determinate condizioni il quattro cilindri si collega alle ruote, tramite un cambio a due rapporti. Il sistema simula anche le cambiate, perfino quando a muovere le ruote è il motore elettrico: non c'è quindi il fastidioso "effetto scooter" di altre tecnologie ibride e pare di guidare un'auto con convenzionale trasmissione automatica.