Lotus
Emeya

da 111.490

Lungh./Largh./Alt.(cm)

514/200/146

Posti

5

Bagagliaio (litri)

ant. 46post. 509/n.d.

Garanzia (anni/km)

3/100.000

In sintesi

Filante quattro porte elettrica dal piglio sportivo, la Lotus Emeya è la prima berlina nella storia della casa inglese. Nasce sulla stessa base della suv Eletre, dalla quale riprende anche lo stile e gli interni; i due modelli sono prodotti in Cina (la Lotus è di proprietà del colosso Geely). La Emeya fonde linee morbide e affilate, che hanno l’obiettivo di ridurre la resistenza aerodinamica, non solo per migliorare autonomia e prestazioni, ma anche per garantire maggiore stabilità a velocità elevata. Nonostante le dimensioni “maxi” (supera abbondantemente i 5 metri di lunghezza), le proporzioni sono da vera sportiva, con fianchi larghi e coda spiovente che termina con una grande ala posteriore a scomparsa.

Molto ben realizzati, gli interni vantano rivestimenti pregiati (pelle o ecopelle, Alcantara e fibra di carbonio) anche per le parti meno in vista. La plancia è minimalista: dal grande schermo del sistema multimediale (di 15,2”) si controllano quasi tutte le funzioni. Non mancano alcuni tasti nel tunnel centrale per selezionare la temperatura del “clima”, ma per regolarne i flussi bisogna passare dal display. Ai lati della plancia ci sono due sottilissimi schermi, uno che fa da cruscotto e uno per il passeggero. Gli specchietti digitali sono un (costoso) optional che consigliamo solo ai fanatici della tecnologia perché, almeno all’inizio, disorientano un po’. Fra gli optional, invece del divano si possono ottenere due poltrone regolabili elettricamente anche dietro. In generale lo spazio abbonda, ma la seduta bassa fa stare con le ginocchia un po’ troppo rialzate. Niente mele il bagagliaio, di 509 litri, con un’ampia bocca di carico garantita dal portellone elettrico. E c’è un piccolo vano anche davanti, utile per i cavi di ricarica.

Alla versione base si aggiungono le S ed R, tutte accomunate dalla trazione integrale. Fino alla S, la Lotus Emeya scarica a terra 612 CV grazie alla coppia di motori a elettroni, uno per ciascun asse, mentre la versione R arriva a tre motori (due sull’asse posteriore) per un totale di 918 CV e uno “0-100” bruciato, per la casa, in 2,8 secondi. La batteria da 102 kWh promette un’autonomia media di 612 km nelle versioni meno potenti e di 485 km sulla Emeya R. La “pila” può inoltre ricaricarsi molto rapidamente (a patto di trovare una colonnina “superveloce”): grazie al sistema elettrico che funziona a 800 volt, l’auto accetta fino a 350 kWh in corrente continua.

Versione consigliata

La R, con l’asse posteriore sterzante e 306 CV in più, può dire la sua persino in pista, oltre a essere confortevole e spaziosa come auto da tutti i giorni. Ma, se i track day non sono tra i vostri programmi, le versioni meno potenti non offrono nulla di meno e permettono di fare più strada tra una ricarica e l’altra.

Perché sì

FINITURE I materiali sono pregiati anche nei punti più nascosti e gli assemblaggi sono sempre precisi.

GUIDA Le sospensioni pneumatiche a controllo elettronico di serie garantiscono comfort e guidabilità. Scatto e un allungo sono impressionanti.

STILE Nonostante lo spazio abbondante a bordo, la linea è grintosa e filante, da vera sportiva.

Perché no

COMANDI Bene i tasti fisici del “clima”, ma la gestione del flusso attraverso lo schermo è cervellotica.

PESO Tra le curve, le pur ottime sospensioni pneumatiche devono fare i conti con la fisica. Ci sono di circa 2.500 kg da gestire.

SPECCHIETTI DIGITALI Sono optional, ed è meglio così: non ci si abitua in modo immediato.

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