La Ferrari Amalfi prosegue l’eredità della Roma (da cui deriva) come lussuosa granturismo, molto sportiva ma anche confortevole nei viaggi. Rispetto alla Roma è stato rivisto il frontale (ispirandosi a quello della crossover Purosangue), con un elemento a contrasto nero che collega i due fari e una grande presa d’aria nella parte bassa del paraurti. Dietro, i fanali richiamano quelli della Ferrari 12Cilindri, mentre debutta un nuovo spoiler attivo (che si posiziona su due inclinazioni differenti in base alla velocità dell'auto, per aumentare la stabilità o ridurre la resistenza aerodinamica).
Sul volante della Ferrari Amalfi tornano i comandi fisici, più pratici di quelli a sfioramento della Roma: tra questi c’è anche il pulsante di accensione e spegnimento in metallo. L'abitacolo è ben rifinito e arioso per una sportiva simile, con lo stretto tunnel che separa i due sedili (avvolgenti senza eccessi). Al centro della plancia trova posto lo schermo di 10,3” del sistema multimediale, a cui si aggiungono quello di 16” per il cruscotto digitale e uno di 8,8” sul quale il passeggero può leggere alcune informazioni relative alla dinamica di guida, come la velocità o i giri del motore.
Tantissime le possibilità di personalizzazione della Ferrari Amalfi, sia per i colori sia per i materiali dei rivestimenti. Sotto il lungo cofano anteriore trova posto il V8 biturbo 3.9, che, tramite il cambio a doppia frizione a otto rapporti posto al retrotreno per bilanciare i pesi, invia i suoi 640 CV alle ruote posteriori. Il “Manettino”, cioè il selettore delle modalità di guida nel volante, varia la risposta dell'auto per renderla sicura e facile da gestire quando si vuole guidare in relax o il fondo è bagnato, mentre selezionando Sport o Race le risposte sono fulminee al limite del brutale (ma l'elettronica continua a vigilare, consentendo una gestione più facile e redditizia delle sbandate di potenza in pista).
















































































































