Toyota
C-HR

da 35.700

Lungh./Largh./Alt.(cm)

436/183/156

Posti

5

Bagagliaio (litri)

310-388/n.d.

Garanzia (anni/km)

3/100.000

In sintesi

Questa seconda generazione della personale crossover ibrida giapponese migliora nelle finiture e nella tecnologia, ma i posti dietro restano sempre "di serie B": per accedere al divano c’è da chinare parecchio la testa e dentro mancano le tasche nei pannelli porta (ci sono giusto due piccoli portabibita), il bracciolo centrale, le maniglie al soffitto e le bocchette del "clima". Ciò detto, chi cerca una crossover dallo stile moderno e inconfondibile piuttosto che ricca di spazio, troverà molti motivi per apprezzare la Toyota C-HR: fra l'altro, la plancia è ben fatta e integra pratici comandi fisici mentre il sistema multimediale è reattivo e in bella vista (ha poche funzioni, ma Android Auto e Apple CarPlay ci sono). Due le versioni full hybrid della Toyota C-HR: la 2.0 da 197 CV (scattante e con un buon allungo, già in modalità Normal) e la 1.8 da 140 CV (fa risparmiare parecchio e non è certamente “pigra”). La 2.0 c’è anche in variante 4x4: la potenza combinata non cambia, nonostante il motore elettrico aggiuntivo che muove le ruote dietro. Anche la plug-in usa il “duemila”: ha 223 CV combinati e, con la batteria carica, promette quasi 70 km in elettrico. Ma questa versione è ben più cara delle altre e ha un bagagliaio perfino più piccolo (siamo sui livelli di un’utilitaria). Tutte assicurano bassi consumi, specie in città, quando si marcia spesso in elettrico. Guidandole normalmente, ripagano con una fluidità di marcia invidiabile; accelerando con un po' di decisione, o in salita, i quattro cilindri lavorano però ad alto numero di giri e si fanno sentire con un rombo monotono. A proposito di rumore, c’è da segnalare anche qualche fruscio dopo i 100 km/h; in compenso, pure con i cerchi di 19” l’assorbimento dello sconnesso non delude. Parecchi gli aiuti alla guida di serie, fin dalla “base”: guida semiautonoma, monitoraggio dell’angolo cieco e molto altro.

Versione consigliata

La 2.0 è più scattante, ma la 1.8 non è “seduta” e fa risparmiare parecchio. Sicurezza a parte, la “base” ha una dotazione un po’ scarna: è da preferire almeno la versione Trend (con regolazione del supporto lombare e sistema multimediale migliore).

Perché sì

Aiuti alla guida Sono tanti e di serie fin dalla “base”, compresa la guida semiautonoma.

Comandi Sono praticamente tutti fisici e pratici: in particolare quelli del “clima” sono facili da usare.

Finiture Almeno davanti sono di qualità: i materiali sono appaganti e i montaggi solidi.

Guida Pur senza voler essere una sportiva, si lascia guidare con facilità: risponde in maniera prevedibile e ha comandi ben tarati.

Perché no

Accessibilità posteriore Entrare si deve chinare un po’ la testa e le strette porte non si aprono molto.

Bagagliaio È ben rifinito ma un po’ piccolo e privo di fondo ad altezza variabile.

Posti dietro Lo spazio non abbonda e mancano le tasche nei pannelli porta (peraltro in plastica nuda), il bracciolo centrale, le maniglie al soffitto e le bocchette dell’aria.

Rumorosità Dai 100 km/h si notano i fruscii; e in accelerazione (anche se non decisa) il motore a benzina che lavora ad alto numero di giri si fa “sentire”.

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