Il voto favorevole dell’assemblea degli azionisti ha dato il via libera al più grande stipendio della storia: il ceo della casa americana sarà pagato in azioni al raggiungimento di determinati obiettivi.
Alla scoperta del successo di Suzuki in Giappone: dai quattro stabilimenti nella prefettura di Shizuoka alle piccole kei car, passando per la filosofia Sho-Sho-Kei-Tan-Bi.
Dopo il rave abusivo che l’ha deturpata lo scorso 31 ottobre, l’associazione Bugatti Automobili Campogalliano lancia una petizione per salvare la mitica Fabbrica Blu.
Le tensioni con la Cina, che ha bloccato le esportazioni di uno dei principali produttori di chip, potrebbero causare lo stop della produzione in molti stabilimenti automobilistici.
Nel terzo trimestre del 2025, il gruppo ha migliorato del 13% i suoi risultati rispetto all’anno precedente. A trainare è soprattutto il Nord America, dove sono in programma ulteriori investimenti.
Una ricerca evidenzia come nemmeno i costruttori che hanno già stretto accordi di “pooling”, riusciranno a rispettare la soglia massima fissata dall’UE.
Il ceo del gruppo ha confermato il Piano Italia e ha annunciato 400 nuove assunzioni a Mirafiori, pur non chiarendo i dubbi su Cassino e Termoli. Scettici i sindacati.
Dall’inizio del 2026 Oliver Blume lascerà la guida dell’azienda a Michael Leiters, fino a pochi mesi fa ceo della McLaren. Intanto la casa tedesca potrebbe cedere le sue quote della Bugatti.
Il gruppo procede a due velocità: mentre annuncia un investimento di 13 miliardi in Nord America, nel Vecchio Continente si aspetta il nuovo piano industriale.
Insieme alla sua prima auto elettrica, la casa di Maranello annuncia gli obiettivi per il 2030, che sono accolti tiepidamente dal mercato, con una perdita del 15% a Piazza Affari.
Il gruppo avrebbe intenzione di stanziare 10 miliardi di dollari per riaprire alcuni stabilimenti e assumere nuovi operai. Intanto salgono le preoccupazioni dei sindacati in Europa.
A Woven City sono arrivati i primi inventori e il primo gruppo di residenti: insieme plasmeranno la città con nuove idee sulla mobilità (e non solo) in una logica di co-creazione.
Dall’inizio del 2025 la cino-svedese Lynk & Co ha ridotto il peso della formula di abbonamento “tutto incluso”. Oggi punta con decisione sulla vendita tradizionale.
La casa giapponese ha modificato il suo emblema sulla scia delle ultime tendenze di design: il nuovo simbolo è piatto e bidimensionale. Lo vedremo sulle nuove auto a partire dai prossimi mesi.
La Berkshire Hathaway dell’imprenditore statunitense ha azzerato la sua quota azionaria nel colosso cinese, ponendo fine a un investimento iniziato nel 2008.
Insieme ad altri cinque impianti, lo stabilimento campano che produce la Fiat Panda e l’Alfa Romeo Tonale resterà chiuso per un breve periodo per adeguarsi al mercato debole in Europa.