Dell’auto che sostituisce riprende giusto il nome: le eleganti forme sono più essenziali e l’abitacolo è dominato dal grande schermo tattile di 11,9” montato in verticale: da qui si controlla praticamente tutto. L’interfaccia è ben pensata, poiché lascia sempre in primo piano i comandi più usati come quelli del “clima”; ma non ha l’immediatezza dei comandi fisici ben fatti. E i pochi controlli “veri” sono comunque a sfioramento e al tocco né particolarmente gradevoli (sono di banale plastica lucida) né solidi (ballerini i tasti al volante e la fascia touch sotto il display). Raffinato il sistema multimediale: ricco, dalla grafica curata e ampiamente personalizzabile. La buona abitabilità non cambia, mentre il bagagliaio è un po’ cresciuto nel doppiofondo ed è apprezzabile (tranne che sulle plug-in, dove la batteria rialza il fondo di una spanna e occupa lo spazio sotto il piano di carico). Tanti i motori, tutti turbo e ibridi (mild o plug-in). Potenti le versioni ibride ricaricabili, che promettono ben oltre 100 km in elettrico. Tutte le Mercedes GLC hanno la trazione integrale del tipo sempre in presa e al cambio automatico a nove marce: costruito dalla stessa Mercedes, è vellutato e dalla logica inappuntabile. Tanta la tecnologia per la sicurezza: oltre ai sistemi di guida semiautonoma, ci sono i fari Digital: grazie a milioni di microspecchi azionati singolarmente, illuminano senza abbagliare e possono proiettare dei disegni luminosi sull’asfalto (per avvisare di pericoli o altro).